L’Intelligenza Artificiale non può decidere per l’Uomo. Serve una politica che riparta dalla dignità del lavoro.

da | 6 Apr 2025

Michela Pelliccioni – Delegata della Repubblica di San Marino presso l’Unione Interparlamentare

Tashkent, Uzbekistan – 6 aprile 2025 – “L’Intelligenza Artificiale non è più un tema da convegni o romanzi di fantascienza. È qui, ora. Sta entrando nelle nostre vite, nei nostri uffici, negli ospedali, perfino nei tribunali. Ma soprattutto – e qui è il cuore della questione – rischia di entrare nelle nostre coscienze, sostituendosi pian piano all’essere umano in compiti che non sono solo tecnici, ma etici, decisionali, profondamente umani.

Nel mio contributo di oggi all’Assemblea dell’Unione Interparlamentare a Tashkent, ho voluto riportare al centro un’urgenza che la politica non può più rimandare: se non regolata, l’Intelligenza Artificiale rischia di cancellare intere classi lavorative. Non con un colpo di spugna, ma con una progressiva erosione di mansioni, di ruoli, di senso del lavoro. E allora bisogna dirlo forte: non esiste innovazione che possa definirsi tale se lascia dietro di sé macerie sociali.

Stiamo già vedendo le prime scosse: nei call center, dove le voci umane vengono sostituite da chatbot; negli studi legali, dove interi pareri vengono scritti da un algoritmo; nella logistica, dove un software decide tempi, percorsi e carichi senza considerare la fatica, il sudore e la vita delle persone.

La politica – quella con la P maiuscola – ha il dovere di riprendersi il controllo del futuro. In tutto il mondo si stanno creando Commissioni permanenti, tavoli interparlamentari, gruppi di studio. Ma serve di più. Serve una visione che rimetta al centro l’uomo, non come spettatore di un mondo sempre più automatizzato, ma come protagonista, come custode del senso e del limite.

Perché l’IA può aiutare, sì. Può migliorare la sanità, prevenire i disastri ambientali, supportare l’istruzione. Ma non può – e non deve – sostituire l’intelligenza dell’uomo, la sua capacità di discernere, di prendersi cura, di scegliere il bene anche quando costa fatica.

La tecnologia va capita, accompagnata, governata. Non subita. E oggi più che mai, serve una politica che sappia unire la competenza tecnica con una visione antropologica. Che non ceda al fascino del nuovo solo perché è comodo o veloce. Ma che si domandi, sempre: serve davvero all’uomo? O lo rende più solo, più inutile, più fragile?

San Marino porterà avanti questa battaglia nei contesti internazionali, perché anche le piccole Repubbliche hanno il dovere di difendere i grandi valori”.

Michela Pelliccioni 

Delegata UIP – Membro del Consiglio Grande e Generale 

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