Riciclaggio e frode fiscale: indagata una società immobiliare sammarinese. Un’altra specializzata in aste nel mirino

da | 12 Giu 2025

Il nome di San Marino emerge in due distinte operazioni della Guardia di Finanza su presunte attività illecite con collegamenti transfrontalieri. Riciclaggio, associazione per delinquere e frodi fiscali sono le accuse principali che vedono coinvolti un uomo partenopeo e una società sammarinese, con sequestri preventivi per milioni di euro.

Un’operazione congiunta delle Fiamme Gialle di Firenze e Napoli, supportate dallo SCICO, ha portato all’indagine di un 51enne napoletano, accusato di riciclaggio, associazione per delinquere ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’uomo è ritenuto il reale proprietario di un vasto complesso turistico-commerciale nel Napoletano, acquisito, secondo gli inquirenti, anche grazie a proventi derivanti da una frode fiscale.

In corso un sequestro preventivo di beni per oltre 23 milioni di euro. Gli investigatori ritengono che l’indagato abbia ripianato debiti originati da una procedura concorsuale utilizzando capitali di origine illecita, schermati anche attraverso una immobiliare sammarinese a lui riconducibile. Questa società, dunque, sarebbe stata utilizzata per celare la provenienza illecita dei fondi, evidenziando ancora una volta l’uso di entità estere per opacizzare le transazioni finanziarie.

Contemporaneamente, la Guardia di Finanza di Treviso ha scoperto una società di diritto sammarinese operante nel nord-est italiano nel campo della consulenza in materia di aste immobiliari, che avrebbe omesso di versare imposte per oltre un milione di euro. L’accusa principale è l’esistenza di una “stabile organizzazione occulta” in Italia, nonostante la società fosse formalmente registrata a San Marino.

Gli inquirenti contestano alla società di aver fatturato e incassato i ricavi nella Repubblica del Titano, a fronte di un volume d’affari generato in Italia per circa 6 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha definito l’azienda come “connotata da un elevato indice di pericolosità economico-finanziaria”, sottolineando la gravità dell’evasione fiscale e la potenziale distorsione della concorrenza nel settore.

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