Un intervento che doveva migliorare il benessere si trasforma in un calvario medico e legale per una donna della provincia di Ravenna. Avviata un’azione civile contro la clinica, il chirurgo e l’anestesista.
Una complessa operazione di liposuzione in una clinica privata di San Marino si è trasformata in un incubo per una 33enne della provincia di Ravenna, che ora ha deciso di portare in tribunale i medici e la struttura. L’intervento, eseguito nell’agosto 2023 con l’obiettivo di migliorare il suo benessere fisico e la sicurezza, si è concluso con gravissime complicazioni, sfociate in un serio caso clinico e legale.
Secondo quanto riportato dal Corriere Romagna, l’operazione era prevista per poche ore, ma si è protratta per oltre otto, interessando ben 15 zone del corpo, dall’addome alle gambe, dai glutei al seno. I postumi sono stati gravissimi e immediati: la donna ha subito un’importante perdita di sangue, che ha richiesto trasfusioni d’urgenza. Sono seguiti diversi ricoveri, prima a San Marino e poi a Rimini, fino a un drammatico arresto cardiaco avvenuto pochi giorni dopo l’intervento.
Nei mesi successivi, la 33enne ha cercato invano risposte e chiarimenti dalla clinica che l’aveva operata. Solo consultando altri specialisti esterni, ha scoperto la reale entità e gravità delle sue condizioni: ferite che non cicatrizzavano, un decorso post-operatorio anomalo e danni che risulterebbero permanenti.
Una consulenza medico-legale ha poi confermato i sospetti, evidenziando criticità rilevanti: un prelievo eccessivo di tessuto adiposo rispetto ai limiti di sicurezza, una durata operatoria decisamente anomala e presunte carenze nella gestione anestesiologica durante l’intervento.
Assistita dai suoi legali, la donna ha quindi deciso di avviare un’azione civile per chiedere un accertamento tecnico preventivo. L’obiettivo è definire con precisione le responsabilità mediche e della struttura sanitaria, un passaggio fondamentale anche per poter accedere alle necessarie cure riparative, che al momento le vengono negate da altri professionisti proprio a causa dell’estrema complessità del quadro clinico.
In tribunale, la clinica ha sollevato eccezioni relative alla giurisdizione, sulla cui competenza il giudice si è riservato di decidere. La battaglia legale e clinica per la 33enne è dunque ancora in corso, nella speranza di ottenere giustizia e le cure necessarie per recuperare il benessere perduto.