“La sentenza per l’ex Capitano Reggente Giacomo Simoncini ripropone all’attenzione dell’opinione pubblica una vicenda controversa, rispetto alla quale la politica ha sempre avuto un atteggiamento di singolare cautela.
Chiarito in modo definitivo, in sede giudiziaria, un caso di dimensioni enormi per il ruolo rivestito al tempo da Simoncini.
Resta il silenzio della politica che ha sempre fatto fatica a commentare e a prendere le distanze in modo netto rispetto a un comportamento eticamente riprovevole verso una donna, dipendente della Segreteria Istituzionale.
Ma rimane aperto il procedimento di fronte al Collegio Garante.
Ritengo poco sensata la possibilità di presentare una istanza di sindacato della Reggenza che se accolta, il Collegio Garante può sospendere se allo stesso tempo si attiva un procedimento in sede giudiziaria.
Un doppio binario in cui la celerità nel giudizio nell’azione di sindacato è compromessa, sospesa rispetto all’andamento dell’azione giudiziaria.
C’è qualcosa che non funziona e la legge ritengo andrebbe modificata visto il corto circuito che si è creato nel caso Simoncini sul quale il Collegio Garante sarà chiamato a pronunciarsi sul comportamento di una persona che nel frattempo ha lasciato la vita politica ed è diventato un alto dirigente dello sport sammarinese.
Sul resto vicinanza totale alla persona, colpita come donna e dipendente di uno degli uffici più prestigiosi dell’Amministrazione pubblica.
Stupore, ma ho già avuto modo di dirlo pubblicamente più volte in questi anni di come la politica si sia sempre estraniata da questa vicenda ignobile, che ha macchiato la suprema magistratura dello Stato e ci ha esposti al pubblico ludibrio sulla stampa mondiale.
Ma si sa in alcuni casi il nostro Paese volta pagina alla svelta e alcune cose è meglio dimenticarle alla svelta”.
Così Marco Podeschi.