“Il Partito Socialista con un comunicato stampa, ringrazia i cittadini che hanno firmato i due quesiti referendari: uno contro l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e uno per modificare la legge sui referendum”.

Così l’ex Capitano Reggente Alessandro Mancini su Facebook.
Bene, ma ringraziano per cosa, esattamente, se nessuno sa quanti hanno firmato e soprattutto cosa c’è scritto nei quesiti? Qui non siamo di fronte a un dettaglio da addetti ai lavori: la legge dice chiaramente che i quesiti devono passare al vaglio del Collegio Garante per essere dichiarati ammissibili.
Eppure, mentre i testi restano avvolti nel silenzio, parte già la campagna politica, con il solito teatrino fatto di slogan anti-Europa e titoli ad effetto. È una vecchia abitudine: agitare il simbolo prima di spiegare il contenuto. Ma un referendum non è un adesivo da attaccare alla giacca, è uno strumento serio che impegna il Paese e che richiede trasparenza totale.
Prima i numeri, poi i testi, e solo dopo la propaganda. Se davvero credono nelle loro ragioni, rendano pubblici i dati e i quesiti, e lo facciano subito. Altrimenti il sospetto è che l’obiettivo non sia il confronto democratico, ma la costruzione di una campagna elettorale permanente contro l’Europa, sfruttando la disinformazione come carburante politico”.