Doppia Cittadinanza, Muratori: “Non esistono cittadini di serie A o serie B”

da | 7 Lug 2025

“Sarà un bel giorno quando smetteremo di avere cittadini di serie A e di serie B. Per tanto tempo qui a San Marino le donne hanno avuto una cittadinanza minore: la perdevano sposando forensi, non la potevano trasmettere ai figli.

Ora, grazie a decenni di impegno civico femminista e ad una maggiore consapevolezza sulla discriminazione di genere, vi è uguaglianza giuridica tra donne e uomini in materia di cittadinanza; ma è conquista recente e purtroppo il meccanismo discriminatorio si perpetua ancora tra cittadini originari e cittadini naturalizzati.

Solo a questi ultimi è chiesta l’unicità della cittadinanza, la sammarinesità per loro è a termine, dopo cinque anni gli verrà sottratta la cittadinanza sammarinese se non rinunciano a quella d’origine. Io ho una doppia cittadinanza, e ai miei figli giunti alla maggiore età non viene chiesto di rinunciare ad alcunché, e questo vale per migliaia di persone in Repubblica e non capisco perché ciò diventi un problema quando riguarda gli italiani che risiedono qui da decenni.

Parliamo di persone che sono già parte integrante del nostro tessuto sociale, che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, contribuiscono alla vita economica e culturale del Paese, e che, quando diventano sammarinesi, costituiscono un elettorato consapevole o quanto meno un elettorato che subisce le conseguenze del proprio voto perché qui appunto vive. Considero positivamente la doppia cittadinanza -un portato della modernità fatta di persone che si spostano per motivi famigliari, per studio e lavoro- poiché permette maggiori opportunità e una identità personale più ampia, senza nulla togliere al vincolo di fedeltà al Paese in cui si vive che si sostanzia nell’osservarne le leggi e nel rispettarne le istituzioni.

Non credo che faccia bene al Paese chiedere agli italiani naturalizzati sammarinesi il sacrificio della propria cittadinanza originaria, non ci guadagna davvero nulla e crea solo frustrazione personale; così come non faceva bene a nessuno sottrarre la cittadinanza alle sammarinesi che sposavano italiani. Obbligando i naturalizzati alla rinuncia ci perdiamo invece, da parte di chi non intende mutilare simbolicamente una parte di sé stesso, un elettorato residente informato e consapevole. Mi piacerebbe si chiudesse verso l’alto la forbice dei diritti e delle opportunità e che in tema di cittadinanza non ci fossero più figli e figliastri”.

Vanessa Muratori

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