Nei prossimi mesi, il nostro Paese sarà messo di fronte a scelte fondamentali che andranno a disegnare la San Marino dei prossimi decenni. Prima fra tutte, la finalizzazione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea e i relativi adeguamenti degli apparati amministrativi interni. Ribadiamo ancora una volta che stiamo parlando di associazione e NON di adesione, come qualcuno vuole far credere.
Scelte di questa portata generano ovviamente rischi e legittime preoccupazioni, ma contemporaneamente aprono grandi prospettive per il futuro più prossimo. Per questo motivo Libera ritiene che debbano essere discussi, approfonditi e condivisi con i sammarinesi. Fare conoscere non vuol dire tentennare o perdere tempo, ma seguire il metodo più opportuno e acquisire ancora più forza e autorevolezza.
Prima di tutto occorre conoscere i percorsi e per questo Libera si impegnerà nei prossimi mesi affinché ogni significativo aspetto delle trasformazioni che ci attendono sia conosciuto e possibilmente condiviso, a partire dall’Europa.
L’accordo di associazione, a cui si sta lavorando da almeno quattro legislature (quindici anni), sta definendo le nuove relazioni che il nostro Paese intratterrà con l’Europa dei 27. La firma ha un significato pari ai Patti di Fossombrone del 1463, quando lo Stato della Chiesa riconobbe finalmente l’autonomia di San Marino, alle ‘disattenzioni’ del Congresso di Vienna del 1815 che ne consolidarono l’esistenza, alla convenzione del 1862 con il Regno d’Italia che ne sancì la sovranità e l’autonomia.
L’accordo con l’Europa riconoscerà finalmente la piena operatività delle imprese e dei sammarinesi sul più grande ed importante mercato del mondo, senza più subire discriminazioni e limitazioni o, peggio, mancanza di riconoscimento. Si tratta del passaggio definitivo verso la trasparenza nelle relazioni economiche che consoliderà la dignità del nostro Stato e della sua economia, aprendo a scenari oggi non consentiti.
Standard & Poor’s, soprattutto per questa prospettiva che si apre, ha fatto fare al rating sammarinese un balzo in avanti di due posizioni (cosa più unica che rara nello scenario internazionale).
Se si vuole agire in un mercato, è chiaro che occorre rispettarne le regole, ma altrettanto chiaro è che finalmente, quando i nostri giovani o le nostre piccole e medie imprese si sentiranno discriminate dal comportamento di altri Paesi, si potrà ricorrere alla Corte Europea di Giustizia e chiedere il rispetto del diritto.
Nessun legame, nessun impedimento invece potrà essere imposto a San Marino dalle politiche europee, oggi particolarmente critiche sul fronte delle relazioni internazionali (vedi le decisioni sul riarmo, la scelta dello scontro piuttosto che del dialogo con la Russia, l’apatia ingiustificata sulla questione palestinese).
Il nostro Paese continuerà con più forza di prima a far sentire la propria voce esprimendo le proprie politiche di neutralità attiva. L’imminente riconoscimento dello Stato Palestinese ne è la controprova e non vorremmo che invece, proprio chi sta tentando un processo di delegittimazione del Segretario di Stato per gli Affari Esteri, agisca perché non vuole che San Marino assuma decisioni diverse rispetto a quelle americane e della maggioranza dei paesi europei.
Oppure, peggio ancora, non voglia che il processo verso la trasparenza dell’economia sammarinese possa compiere ulteriori passi perché metterebbe a nudo metodi opachi e spesso illegali che ancora purtroppo si manifestano e trovano protezione anche in ambienti della sotto-politica.
Le sfide sono molteplici, occorre saggezza, lungimiranza e condivisione per affrontarle.
Superate le ferie di Ferragosto, mettiamoci al lavoro per ottenere il massimo coinvolgimento di tutti affinché vengano fatte le scelte migliori.
Comunicato Stampa Libera