Si è conclusa a Busan, in Corea del Sud, la sesta Conferenza mondiale sul doping nello sport organizzata dalla World Anti-Doping Agency (WADA). Nel corso dei lavori, il Consiglio di Fondazione dell’Agenzia ha approvato il nuovo Codice mondiale antidoping, mentre il Comitato esecutivo ha validato i relativi standard internazionali. Come precisato nel comunicato, “tutti i documenti entreranno in vigore il 1º gennaio 2027, insieme alla versione aggiornata dell’Athletes’ Anti-Doping Rights Act”.
Alla conferenza ha preso parte anche una delegazione sammarinese composta dal presidente di NADO San Marino, Claudio Muccioli, e dal Segretario Generale del CONS, Eros Bologna. La loro presenza ha permesso alla Repubblica di San Marino di essere rappresentata nel confronto internazionale dedicato all’evoluzione delle politiche di educazione, prevenzione e tutela dello sport pulito.
Durante l’assemblea è stata inoltre approvata la Dichiarazione di Busan, un documento con cui le organizzazioni sportive e antidoping di tutto il mondo “s’impegnano a intensificare gli sforzi in materia di educazione, prevenzione, investigazione, cooperazione e risorse dedicate alla tutela dello sport pulito”. La dichiarazione rientra in un percorso più ampio volto a rafforzare le basi etiche e operative delle attività antidoping.
Nel corso della riunione annuale del Consiglio di Fondazione, la WADA ha anche adottato la Dichiarazione di Politica pubblica su diritti umani e antidoping, che “rafforza l’impegno dell’Agenzia nella protezione del diritto degli atleti a competere in un ambiente libero dal doping”. Il documento definisce le linee guida che orienteranno l’evoluzione delle pratiche e delle responsabilità delle autorità sportive a livello internazionale.
La conferenza di Busan si è quindi configurata come un passaggio centrale nel processo di aggiornamento del sistema antidoping, contribuendo alla definizione delle future strategie globali basate su criteri di integrità e trasparenza. Il confronto internazionale ha ribadito la volontà condivisa di mettere al centro l’equità competitiva e la salvaguardia dei diritti degli atleti, in continuità con gli obiettivi della WADA e dei suoi organismi aderenti.




