
Le cose andarono in modo molto diverso da quanto avevo pensato. Dibattito stiracchiato, veloce, gli amici di partito preoccupati che la cosa andasse alle lunghe. Silenzio dai nostri alleati. Nessuna obiezione su sovranità, comprensione di quanto si faceva, impatti sul futuro, necessità di consultare la popolazione con un referendum.
Con una semplice legge San Marino iniziava, in forte ritardo, un percorso di avvicinamento economico e poi politico alla UE.
In Europa chi era lungimirante divenne membro della UE. Chi non voleva farlo per ragioni economiche e politiche, sottoscrisse accordi. La Svizzera già nel 1972 firmò il suo primo accordo con l’allora Comunità Economica Europea. Il 16 luglio 1990 Malta presentò domanda di adesione alla CEE. Slovenia, Croazia sono stati riconosciuti dal San Marino alla loro nascita, sono diventati in qualche decennio membri dell’Unione.
Noi siamo stati alla finestra e mentre il Consiglio d’Europa era di fatto la fase preparatoria per l’ingresso nella UE ma perdeva importanza, abbiamo pensato che qualche accordo con l’Unione, il rapporto bilaterale con l’Italia e la neutralità potesse bastare per avere una politica estera solida, capace di sostenere lo sviluppo economico del Paese e garantire i nostri cittadini.
Ma il mondo gira velocemente e l’adozione dell’euro come valuta nazionale per i paesi della UE ha impresso un’accelerazione nel rafforzamento del ruolo dell’Unione e la marginalizzazione degli stati che non avevano accordi o non aderivano alla stessa.
Poi ci si è messa di mezzo anche la caduta delle frontiere tra stati della UE e improvvisamente ci siamo sentiti piccoli quando all’aeroporto ci siamo dovuti mettere pazientemente in coda nelle file per i passeggeri extra UE.
Oggi poi i conflitti armati, le guerre commerciali, stanno de facto imprimendo una ulteriore accelerazione nella coesione politica della UE
Oggi poi i conflitti armati, le guerre commerciali, stanno de facto imprimendo una ulteriore accelerazione nella coesione politica della UE
Il mondo cambia velocemente e l’Unione europea cresce, si evolve, detta le sue regole alla quali chi vuole interagire, fare affari, muoversi, studiare, andare in vacanza, deve adeguarsi. E’ come pretendere di andare a giocare a Wimbledon vestiti di rosso. Il club ha regole decise dai soci e chi vuole giocare si deve adeguare.
Faccio questo inciso poiché nel pieno rispetto dei cittadini o delle forze politiche che presenteranno istanza per indire un referendum sull’accordo di associazione con la UE, il tema accordo è già storia.
Non perché Luca Beccari abbia deciso in perfetta solitudine, ma perché il Paese in questi decenni non ha mai voluto e pensato a un piano B, alternativo a un rapporto strutturato con l’Unione.
Il punto, a mio modesto parere, non è la sovranità, ma se vogliamo che la Repubblica abbia un futuro. Se non abbiamo un accordo di associazione, il destino del Paese è compromesso e si rafforza l’amicizia sempre più protettrice della Repubblica italiana, finché la stessa Italia potrà rispetto alla UE.
L’aria che respiriamo è europea, i nostri stessi ragazzi passano più tempo nel loro curricolo scolastico a studiare storia, culture, lingue, norme europee rispetto a quanto conoscono di San Marino. Noi stessi, e parlo di chi ha qualche anno in più come me, finita l’euforia nazionalista del COVID nell’Unione europea, svolgiamo gran parte della nostra vita in termini di relazioni sociali, vacanze, momenti di svago, eventi culturali in Europa, acquistiamo prodotti europei, ci siamo adeguati a standard e norme europee, accediamo a mezzi di comunicazione e media europei.
La nostra stessa opinione sull’Unione si basa su i temi e i dibattiti interni alla stessa UE.
L’accordo di associazione è complesso, sarebbe ipocrita dire il contrario e il punto non è considerare i cittadini ignoranti. Penso che nemmeno chi ha una conoscenza enciclopedica delle norme europee e sammarinesi potrebbe semplificare il contenuto , ma è la base giuridica su cui costruire e sviluppare il nostro futuro.
Ci sono pro e contro?
Certo come in ogni cosa.
Ci saranno delle deroghe?
Tempo di attuazione dilatati in alcune materie? Sicuro.
Certo come in ogni cosa.
Ci saranno delle deroghe?
Tempo di attuazione dilatati in alcune materie? Sicuro.
Per la UE è una prassi consolidata la progressione con la quale anche gli stati membri attuano le normative comunitarie.
Ma complessità non è sinonimo di inapplicabilità, sconfitta, perdita di sovranità. Ma è relazionarsi con una organizzazione sovranazionale complessa, con 27 stati membri, realtà istituzionali europee che si sovrappongono a istituzioni nazionali.
Ma complessità non è sinonimo di inapplicabilità, sconfitta, perdita di sovranità. Ma è relazionarsi con una organizzazione sovranazionale complessa, con 27 stati membri, realtà istituzionali europee che si sovrappongono a istituzioni nazionali.
Una base normativa e giuridica smisurata, che rappresenta in molti settori un punto di riferimento mondiale.
Possiamo permetterci di restarne fuori?
Dire NO all’accordo di associazione ha un senso?
Possiamo permetterci di restarne fuori?
Dire NO all’accordo di associazione ha un senso?
Parlo in modo esplicito perché al referendum, nella scheda c’è solo la casella SI e NO.
La X – con sottotitolo nonostante tutto sono per l’Europa – ancora non c’è.
Abbiamo il piano B?
Se si celebra il referendum e vince il NO la prima conseguenza sarà lo stop all’accordo di associazione.
La seconda sarà la reazione dell’Unione europea.
La terza in termini geopolitici, quale sarà il posizionamento della Repubblica? Filo russi? Filo cinesi? Filo americani o filo alla finestra?
Abbiamo il piano B?
Se si celebra il referendum e vince il NO la prima conseguenza sarà lo stop all’accordo di associazione.
La seconda sarà la reazione dell’Unione europea.
La terza in termini geopolitici, quale sarà il posizionamento della Repubblica? Filo russi? Filo cinesi? Filo americani o filo alla finestra?
Ci ricordiamo cosa ci è accaduto durante il COVID?
Fuori dalla UE, senza vaccini, abbiamo accettato a occhi chiusi, a pagamento, la benevolenza russa. che ha utilizzato San Marino per la sua propaganda politica.
Fuori dalla UE, senza vaccini, abbiamo accettato a occhi chiusi, a pagamento, la benevolenza russa. che ha utilizzato San Marino per la sua propaganda politica.
Oppure qualcuno si ricorda quando all’inizio degli anni duemila cambiarono le norme per la gestione e trasporto transfrontalieri dei rifiuti e per qualche mese prese forma la prospettiva di avere mucchi di immondizia in territorio e container di rifiuti speciali stoccati nel piazzale dell’ospedale?
San Marino dipende dalla UE per lo smaltimento dei rifiuti, per l’acqua, l’energia, i trasporti, la difesa, l’alimentazione, l’educazione, la sanità, i rapporti commerciali e i servizi. Non abbiamo mai voluto sviluppare politiche di autosufficienza per i costi e perché in alcuni settori tecnicamente impossibile.
San Marino dipende dalla UE per lo smaltimento dei rifiuti, per l’acqua, l’energia, i trasporti, la difesa, l’alimentazione, l’educazione, la sanità, i rapporti commerciali e i servizi. Non abbiamo mai voluto sviluppare politiche di autosufficienza per i costi e perché in alcuni settori tecnicamente impossibile.
A chi farebbe piacere avere sotto casa un inceneritore che tratta i nostri rifiuti, quando si può comodamente e a pagamento trasportare la nostra immondizia nell’Unione europea dove è trattata, smaltita e in parte bruciata per produrre energia che poi acquistiamo?
Se Malta, un’isola nel Mediterraneo, ha deciso di aderire alla UE un motivo penso ci sarà. I maltesi non avevano problemi di confine, sono su un’isola, ma l’adesione e integrazione ha dato una svolta all’economia del Paese che oggi è rappresentata dal Presidente del parlamento europeo
Una realtà quasi da fantascienza per me che nel caldo agosto del 1990 ero una summer school sull’isola a pochi giorni dalla presentazione della domanda di adesione, in una realtà economica e sociale molto diversa.
Il referendum sull’accordo cosa rappresenta quindi?
Il referendum sull’accordo cosa rappresenta quindi?
Un esercizio di democrazia rispetto ai cittadini? Oppure c’è dell’altro?
Io ho l’impressione che l’Europa è diventato un tema sul quale c’è una estensione di una lotta intestina nella maggioranza fra persone e gruppi di potere. Una situazione latente da tempo che una serie di atti maldestri del Segretario di Stato Luca Beccari ha riacceso, rendendolo il target perfetto.
Io ho l’impressione che l’Europa è diventato un tema sul quale c’è una estensione di una lotta intestina nella maggioranza fra persone e gruppi di potere. Una situazione latente da tempo che una serie di atti maldestri del Segretario di Stato Luca Beccari ha riacceso, rendendolo il target perfetto.
Azzoppare Luca Beccari, concentrando il dibattito politico sull’Unione europea e magari amplificandolo con un referendum è una mossa cinica ma abile, per scuotere dall’interno maggioranza, polarizzando il dibattito su l’inquilino del primo piano di Palazzo Begni e distogliendo l’attenzione da qualche dossier non proprio brillante del governo.
Un cliché già visto. Io stesso con modalità simili e stessi strumenti l’ho subito. Sono stato dipinto, quando ho ricoperto un ruolo di governo, come l’artefice del crollo del sistema dell’istruzione. La storia poi è stata un’altra. Il sistema scolastico oggi è in difficoltà, non abbiamo un polo scolastico moderno, e soprattutto manca il piano B.
Un cliché già visto. Io stesso con modalità simili e stessi strumenti l’ho subito. Sono stato dipinto, quando ho ricoperto un ruolo di governo, come l’artefice del crollo del sistema dell’istruzione. La storia poi è stata un’altra. Il sistema scolastico oggi è in difficoltà, non abbiamo un polo scolastico moderno, e soprattutto manca il piano B.
Chi si divertiva in quel periodo a spararmi addosso quintali di merda, anche con simpatiche vignette, si è fatto di nebbia; il risultato politico – che spesso non equivale al bene del Paese – è stato raggiunto e alla scuola ci penserà, forse, chi viene dopo.
E’ singolare quindi che, dall’opposizione, mi trovo a difendere un esponente di governo.
La cosa con onestà mi provoca un certo imbarazzo. Ma per cultura e attitudine su temi di interesse nazionale ragiono da sammarinese e per San Marino e l’accordo di associazione è a pieno titolo un tema di interesse nazionale. Avrei gestito il negoziato in modo diverso e con più trasparenza? Si. Ci sono cose che non dipendono da San Marino?Sicuro.
La cosa con onestà mi provoca un certo imbarazzo. Ma per cultura e attitudine su temi di interesse nazionale ragiono da sammarinese e per San Marino e l’accordo di associazione è a pieno titolo un tema di interesse nazionale. Avrei gestito il negoziato in modo diverso e con più trasparenza? Si. Ci sono cose che non dipendono da San Marino?Sicuro.
Ma in questo momento chiudere velocemente l’accordo di associazione con la UE rappresenta l’unica prospettiva di sviluppo per la Repubblica e per questo va sostenuto il Segretario di Stato per gli Affari Esteri.
A Bruxelles dovremmo fare capire, anche andando fisicamente lì, che siamo stanchi di aspettare e come dicono anche politici dell’Unione europea, l’accordo deve essere chiuso e avviata la fase di attuazione.
A chi dall’estero, con passaporti dell’Unione europea in tasca, ci da lezioni di sovranità e con sottile maestria comunicativa, vuole spingere la politica nel cortocircuito del SI o del NO all’accordo di associazione, dovrebbe rispondere il governo, tutto e non diviso in gruppetti.
A chi dall’estero, con passaporti dell’Unione europea in tasca, ci da lezioni di sovranità e con sottile maestria comunicativa, vuole spingere la politica nel cortocircuito del SI o del NO all’accordo di associazione, dovrebbe rispondere il governo, tutto e non diviso in gruppetti.
Se si trova tempo, voglia e coraggio per fare posizioni sulla giustizia, onestamente inutili e scontate, penso che l’Unione europea è un tema rilevante ed esistenziale per il Paese e anziché plaudire a interventi esterni sulla bontà dell’accordo, dovrebbe essere tutto il governo e la maggioranza a dirlo e a fare campagna di informazione nel Paese.
Paese che dovrebbe decidere da solo per il suo futuro e non spinto da chi da fuori ha interessi diversi dai nostri e che magari nella convulsa situazione geopolitica attuale vedrebbe bene San Marino in una situazione stand alone rispetto alla UE.
Paese che dovrebbe decidere da solo per il suo futuro e non spinto da chi da fuori ha interessi diversi dai nostri e che magari nella convulsa situazione geopolitica attuale vedrebbe bene San Marino in una situazione stand alone rispetto alla UE.
Perché alla fine dietro tanti sofismi c’è solo questo…
Così Marco Podeschi su Facebook
Così Marco Podeschi su Facebook