Assemblea Ente Cassa di Faetano: le ragioni del “NO” alla cessione del controllo di Banca di San Marino

da | 21 Apr 2025


Nella mattinata del 12 Aprile scorso, da parte di un Consiglio di Amministrazione composto da cinque membri, ormai a fine mandato (il rinnovo è previsto entro il prossimo mese), ed alla presenza di appena 146 soci su 444 (in realtà fisicamente presenti erano poco più di 100 vista la presenza di almeno 40 deleghe), è stato celebrato l’atto finale di una storia centenaria costruita da uomini e donne che hanno fatto dell’indipendenza e del forte radicamento al territorio sammarinese della Banca di San Marino un punto di forza e di orgoglio tutto sammarinese.

All’Ordine del Giorno dell’Assemblea ECF vi era una informativa in ordine alle trattative in corso e la modifica dello Statuto che eliminava la clausola – garanzia di indipendenza – che imponeva all’Ente di mantenere almeno il 51% delle azioni della Banca di San Marino. Evitiamo di commentare la superficialità dell’informativa ai Soci riguardo all’investitore bulgaro: in un paio di scarne slide spiegate in una manciata di minuti è stata illustrata ai Soci presenti una operazione epocale e senza ritorno che riguarda la cessione della maggioranza di BSM. L’investitore bulgaro, con il quale sembrerebbe che il CdA dell’Ente abbia intavolato una trattativa privilegiata e, negli ultimi mesi addirittura esclusiva, acquisterebbe il 51% delle azioni di BSM per 14.250.000 €uro al prezzo super scontato di 0,75€ per azione (sconto del 43% rispetto alla valutazione attuale di 1,31€), il prezzo di acquisto forse sarà ancora più scontato tenendo conto degli ottimi risultati di bilancio che a detta del Direttore Generale la BSM avrebbe conseguito nel 2024. Va anche ricordato che l’Ente ad inizio 2023 fece una offerta di azioni BSM ai propri Soci al prezzo “di favore” di 0,90€, con uno sconto di appena il 17% rispetto al valore di allora di 1,085€. Che fretta c’è di voler chiudere l’operazione prima che l’assemblea della BSM approvi il Bilancio 2024? Quasi sicuramente con un Bilancio 2024 della BSM più che positivo il valore dell’azione e quindi della Banca potrebbe incrementare di valore, dimostrando ciò che molti pensano e cioè che Banca di San Marino si sta rafforzando e non ha un bisogno così urgente di trovare investitori stranieri. Del resto già nei tre anni passati il buon andamento della BSM ha permesso di accrescerne il patrimonio. Appare fin troppo chiaro che le possibili criticità riguardanti le esigenze di rafforzamento del patrimonio in prospettiva futura sono strettamente correlate alle sempre più stringenti regole che verranno via via recepite da Banca Centrale e, in larghissima parte, derivano anche da problematiche ereditate delle passate gestioni della Banca. Il punto chiave dell’Assemblea del 12 Aprile è stata la modifica allo Statuto che elimina l’obbligo per l’Ente di detenere almeno il 51% della Banca di San Marino: la votazione per alzata di mano dei presenti e per verifica delle deleghe, avvenuta a ridosso dell’ora di pranzo con molti soci anziani che avevano già lasciato la riunione, ha eliminato questa clausola di garanzia a favore dell’Ente (75 favorevole di cui 24 deleghe contro 30 contrari di cui 16 deleghe): in altre parole poco meno del 17% dei Soci ha deciso di dare il disco verde per la cessione della maggioranza di controllo della Banca all’investitore bulgaro. Peraltro molti soci che si erano espressi per il “SI” all’abrogazione della quota minima del 51% erano convinti che – in ogni caso – prima della eventuale formalizzazione della cessione della maggioranza all’investitore bulgaro ci sarebbe stato un ulteriore passaggio deliberativo e vincolante da parte dei Soci dell’Ente: doccia fredda da parte del CdA dell’Ente (di prossima scadenza) che ha sottolineato che il passaggio in Assemblea sarà solamente informativo, ribadendo di avere in base allo Statuto tutti i poteri per cedere la maggioranza delle azioni della Banca di San Marino. Il gruppo di Soci che ha espresso il proprio “NO” alla modifica dello Statuto, per non spalancare le porte all’investitore straniero in maniera troppo avventata, ha avanzato delle concrete e costruttive proposte nel corso dell’Assemblea: verifica della disponibilità per i Soci ed i cittadini di sottoscrivere un finanziamento soci remunerato per consentire l’estinzione del mutuo in essere con Banca Agricola Commerciale e svincolare immobile ed azioni date a garanzia, approfondimento riguardo alla possibilità di trovare uno o più investitori sammarinesi, italiani o esteri interessati ad acquisire una quota di minoranza della BSM, acquisizione temporanea in ottica di “private equity” di una quota di minoranza di BSM da parte di una banca sammarinese, italiana o europea. Un assordante silenzio appare quello del Governo che potrebbe sostenere, mediante un finanziamento specifico remunerato ed a scadenza, il definitivo rafforzamento della Banca di San Marino. Interpretando il pensiero di tanti Soci dell’Ente Cassa di Faetano, riteniamo che l’eventuale accordo di cessione del pacchetto di maggioranza all’investitore bulgaro (o a chiunque altro) non possa essere deciso in maniera autonoma da parte dei cinque membri del CdA dell’Ente che sono a fine mandato: riteniamo che una decisione così importante e senza ritorno debba prevedere un referendum tra tutti i Socie dell’Ente Cassa di Faetano, da effettuarsi mediante votazione segreta, consentendo anche ai Soci più anziani di poter dire la loro riguardo a quanto deciso dal vertice dell’Ente. Auspichiamo inoltre che la Banca Centrale si prenda tutto il tempo necessario per effettuare le più ampie, approfondite e rigorose indagini – su tutti i soggetti interessati e sulla galassia di società collegate e controllate, anche mediante l’interlocuzione con gli altri Organismi di Controllo di altri Paesi tra cui in particolare Germania, Bulgaria e Romania – prima di autorizzare la cessione delle quote della Banca di San Marino all’investitore bulgaro. Come gruppo di Soci che ha espresso il proprio “NO” alla modifica dello Statuto riteniamo che sia indispensabile che le forze politiche e sociali esprimano il loro pensiero – in maniera chiara e netta – riguardo a questa operazione che comporterà una oggettiva perdita di sovranità, indipendenza ed autonomia del nostro Paese in un settore estremamente importante e sensibile come quello bancario. La nostra battaglia, iniziata con l’Assemblea del 12 Aprile, non è contro qualcuno, ma è a difesa della storia, delle tradizioni e dell’indipendenza della Banca di San Marino, della sua base sociale legata intimamente al territorio ed ai valori etici e sociali costruiti in oltre cento anni di vita. Un monito deve risuonare chiaro e forte: non si svendono al miglior offerente, magari straniero, i valori e le tradizioni sammarinesi, la nostra indipendenza e la nostra millenaria libertà!

Un gruppo di Soci dell’Ente Cassa di Faetano che ha espresso il “NO” alle modifiche dello Statuto

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