Ogni giorno c’è chi lavora per tenere San Marino indietro. Indietro di vent’anni. In un sistema bancario dove fare un bonifico costa ancora 4 euro, dove aprire una carta digitale è impossibile, dove entrare nel mercato europeo è una corsa a ostacoli, dove le imprese locali sono penalizzate solo per il fatto di trovarsi dentro una Repubblica che – senza l’accordo con l’Unione Europea – è fuori da tutto.
E mentre c’è chi prova a cambiare le cose con scelte complesse ma necessarie, c’è chi passa il tempo a fabbricare fake news, a suon di articoli urlati, accuse campate in aria e paure inventate.
“Nessuno ha letto l’accordo”: ma siamo seri?
L’ultima trovata è dire che i politici “forse non hanno nemmeno letto l’accordo”. Una frase che non merita nemmeno di essere definita provocazione, perché è semplicemente ridicola.
San Marino ha trattato per anni, con decine di incontri, documenti, dichiarazioni pubbliche, confronti in aula e fuori. Dire che nessuno ha letto il testo è un insulto all’intelligenza dei cittadini.
Ma il punto è proprio questo: loro non vogliono che i cittadini capiscano. Vogliono solo che abbiano paura.
Nessuna prova, solo chiacchiere
Ogni giorno viene pubblicato qualcosa che parla di “sottomissione all’Europa”, “perdita di sovranità”, “trattato scritto altrove”. Ma mai una volta viene mostrato un articolo dell’accordo. Mai una volta una fonte seria. Mai una volta una vera analisi.
Sono slogan. Frasi vuote. Copia-incolla di paure costruite per bloccare tutto.
E quando chiedi: “ma quali sarebbero questi effetti negativi?”
Rispondono con aria indignata, ma non sanno mai cosa dire.
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La verità? I cittadini lo sanno benissimo
In tutto questo rumore, la gente comune capisce molto di più di quanto si creda. Lo vive sulla pelle ogni giorno: sa cos’è restare fuori dal mondo, sa cosa vuol dire dover spiegare a una banca europea dove si trova San Marino, sa cosa vuol dire perdere opportunità solo per un confine finto.
Lo dimostrano anche i numeri: la maggioranza dei sammarinesi è favorevole all’accordo con l’UE. Lo dicono i dati, ma lo si sente anche per strada, tra chi lavora, tra chi investe, tra chi ha un figlio che vorrebbe studiare fuori senza problemi. Chi grida al complotto non rappresenta il Paese: lo blocca.
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Vogliono tenerci fermi. E dicono che è “per il nostro bene”
Alla fine, il trucco è sempre lo stesso: seminare paura e dire che è prudenza. Alimentare sfiducia e chiamarla “difesa della sovranità”. Ma in realtà, vogliono tenerci esattamente dove siamo: in un sistema che non funziona più, che isola i cittadini e protegge solo chi ha già tutto.
Il futuro fa paura solo a chi non ha più idee. Ma a San Marino serve il coraggio di andare avanti, non chi gioca a sabotare ogni passo con fake news e slogan da quattro soldi.