E’ scaturita dopo la segnalazione dell’Agenzia di Informazione Finanziaria (AIF), l’inchiesta della magistratura sammarinese ha avviato una serie di approfondimenti riguardanti presunti reati di amministrazione infedele, corruzione privata e riciclaggio, nell’ambito della complessa vicenda legata alla tentata acquisizione di Banca di San Marino.
Con una nota ufficiale, il dirigente del Tribunale Giovanni Canzio ha precisato che l’Autorità Giudiziaria, dopo aver ricevuto la notizia di reato dall’Agenzia di Informazione Finanziaria (AIF), si è attivata aprendo una indagine condotta in pool per condurre le indagini sui presunti reati di amministrazione infedele, corruzione privata e riciclaggio.
Nel corso delle attività investigative, sono state disposte ed eseguite alcune misure cautelari personali, confermate dal Giudice del riesame, oltre a provvedimenti di sequestro probatorio e preventivo riguardanti documenti e beni ritenuti di interesse per l’inchiesta.
Il comunicato del Tribunale sottolinea che le indagini sono in pieno svolgimento e mirano a ricostruire con precisione i fatti contestati, nel rispetto del necessario riserbo istruttorio imposto dalla legge.
La magistratura mantiene quindi la massima attenzione su un caso che tocca da vicino il sistema finanziario sammarinese, mentre Banca Centrale e la sua presidente Catia Tomasetti hanno già ribadito la solidità complessiva del settore bancario e la correttezza delle procedure seguite nel non autorizzare la cessione.




