Rete: “Il Consiglio Grande e Generale si ferma per Kirk, ma ignora i morti che la destra causa”

da | 16 Set 2025

All’apertura del comma comunicazioni della seduta consiliare in corso, su proposta di un 
consigliere di destra, il Consiglio Grande e Generale ha osservato un minuto di silenzio per 
l’omicidio di Charles Kirk, noto influencer e beniamino dell’estrema destra americana.  
Il nostro gruppo consiliare non ha aderito alla richiesta del collega e i nostri consiglieri, pertanto, 
sono rimasti seduti durante il momento di raccoglimento.  
Questa scelta non voleva manifestare distanza dalla figura o dalle idee propugnate da Charles Kirk, 
distanza che pure è siderale.  
 
In primo luogo, non ci siamo alzati per manifestare un senso di indipendenza e autonomia, anche 
culturale, dagli Stati Uniti d’America e dalle loro vicende: noi siamo sammarinesi ed europei e, in 
quanto tali, riteniamo che il nostro Parlamento non dovrebbe occuparsi di questioni relative alla 
politica interna degli USA.  
In secondo luogo, non ci siamo alzati perché non vogliamo alimentare il circo propagandistico che 
la destra internazionale sta montando sul cadavere ancora caldo di quell’influencer.  
Noi non gioiamo per la morte di Kirk e ripudiamo radicalmente il ricorso all’assassinio come 
strumento di lotta politica, ma facciamo notare che tale episodio si colloca in un contesto in cui, nei 
primi sei mesi di quest’anno, negli USA sono stati contati oltre 180 episodi di violenza politica.  
 
L’omicidio di Kirk avviene poco più di due mesi dopo quello della speaker democratica Melissa 
Hortman e del marito, per mano di un fanatico di destra: pochi a San Marino ne hanno sentito 
parlare, perché in quell’occasione (come in tutte le altre) non si è accesa in moto l’enorme 
macchina propagandistica internazionale che vediamo all’opera oggi. 
 Di più: ogni anno, in parecchi Paesi del Sud America sono innumerevoli gli omicidi politici dei 
rappresentanti sindacali e dei partiti popolari che lottano contro i latifondisti e i narcotrafficanti (e 
non contro gli immigrati, i neri o gli omosessuali, come faceva Kirk). Ebbene, perché la destra 
sammarinese non chiede un minuto, o forse una settimana, di raccoglimento? Perché non ha chiesto 
un minuto di raccoglimento per la Hortman e il marito? Perché non chiede un minuto di silenzio 
ogni volta che, nel mondo, qualcuno muore per le sue idee politiche? 
 
La risposta è semplice: perché non conviene alla propaganda reazionaria, alla quale fa invece gioco 
continuare a soffiare sul cadavere di Kirk per accrescere consenso con il vittimismo e, perché no, 
per giustificare ritorsioni repressive contro i lavoratori o i partiti di sinistra.  
 
A questo gioco noi non ci prestiamo. 
 

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