“Questione guardiacaccia”, le Opposizioni: “Urgono riflessioni su legge ed etica”. La segreteria di Stato: “Pensino alla politica anzichè alla polemica”

da | 30 Mag 2025

Continua il botta e risposta tra l’opposizione e la segreteria di stato per il turismo sulla presunta vittoria del Segretario Pedini Amati di un concorso da guardiacaccia. Dopo il comunicato della Segreteria, arriva la replica dell’Opposizione. Cui segue una controreplica.

La posizione della Segreteria di Stato per il Turismo inviata ieri agli organi di informazione, merita una riflessione sulle prerogative di un membro del Congresso di Stato e di ciò che legalmente è consentito e di quanto in termini etici andrebbe ragionevolmente evitato. In prima battuta chiediamo pubblicamente al Congresso di Stato se dei gruppi consiliari hanno ancora la facoltà, prevista per legge, di presentare delle interrogazioni al Governo. Ci chiediamo poi se negli argomenti stabiliti per le interrogazioni ci siano per legge delle limitazioni rispetto a quanto un consigliere può chiedere.
Poiché ciò che si rileva dalla posizione della Segreteria di Stato per il Turismo è una totale confusione fra il Segretario di Stato con delega al Turismo, il cittadino, il cacciatore, il partecipante a un bando della PA.
Non è dato sapere se alla battuta di caccia abbia partecipato il Segretario di Stato, delegato magari dal Congresso di Stato e se al bando di concorso da guardiacaccia abbia partecipato la Segreteria di Stato per il Turismo.
Ricordiamo che esiste un codice deontologico per i membri del Congresso di Stato che scinde la sfera personale da quella politica.
Se si considera una legittima richiesta di informazioni un attacco personale, è meglio cambiare mestiere.
“La Repubblica merita un confronto politico basato sui programmi e sulle idee, non su insinuazioni e diffamazioni che ledono l’immagine del Paese e la fiducia dei cittadini nelle proprie Istituzioni”.
Accettiamo la sfida del Segretario di Stato per il Turismo e ci piacerebbe riflettere con lui e con i cittadini rispetto a scelte che il Segretario di Stato fa come persona fisica o rappresentante istituzionale ma il confronto politico basato sulle idee significa avere la modestia di ascoltare, accettare le critiche e non personalizzare legittime richieste di informazioni o opinioni politiche.
Se poi, e concludiamo, il problema è ledere l’immagine del Paese, lasciamo ai cittadini il giudizio se il problema è il contenuto di una interrogazione su un Segretario di Stato e le sue avventure venatorie o aspirazioni professionali nella PA, oppure le immagini di cinghiali sbudellati nel sangue e finestre infrante da proiettili di fucile”.
La controreplica – La Segreteria di Stato per il Turismo prende atto della controreplica delle forze di Opposizione, rilevando con profondo rammarico come si perseveri in una strategia comunicativa che privilegia la creazione di artificiose contrapposizioni anziché un’analisi obiettiva dei fatti e un dibattito costruttivo sui temi di reale interesse per la Repubblica.

Si osserva un tentativo persistente di confondere i piani, sovrapponendo in modo pretestuoso la sfera personale del Segretario di Stato Federico Pedini Amati con l’esercizio delle sue funzioni istituzionali.

È necessario ribadire, con estrema chiarezza, che la partecipazione di un cittadino, ancorché membro del Congresso di Stato, a un concorso pubblico bandito secondo le normative vigenti, non costituisce di per sé motivo di scandalo. Il richiamo al codice deontologico, principio che informa l’agire politico a ogni livello, inclusi i membri del Consiglio Grande e Generale, appare in questo contesto capzioso. Se tale codice dovesse interpretarsi come un divieto assoluto alla partecipazione a selezioni pubbliche per chi ricopre cariche elettive, si giungerebbe alla paradossale conclusione di dover contestare innumerevoli precedenti e, soprattutto, si introdurrebbe una limitazione ai diritti civili che nessuna norma vigente contempla. Il codice deontologico è concepito per garantire la terzietà, prevenire conflitti di interesse e abusi nell’esercizio delle funzioni pubbliche, non per creare cittadini ‘diminuiti’ nei loro diritti fondamentali, qualora esercitati nella piena legalità e trasparenza. Il Segretario di Stato è un servitore delle Istituzioni, ma resta un cittadino: finché agisce nel perimetro tracciato dalle leggi e dalle normative sulla trasparenza – che peraltro presiedono a ogni concorso pubblico – la sua libertà di partecipare alla vita civile, al pari di ogni altro sammarinese, non può essere oggetto di strumentalizzazione politica.

L’Opposizione solleva interrogativi sulla facoltà di presentare interrogazioni: tale prerogativa, cardine del controllo democratico, non è mai stata posta in discussione. Ciò che si contesta è la trasformazione di tale strumento in un veicolo per alimentare sospetti e insinuazioni, distogliendo l’attenzione da questioni programmatiche e strategiche. L’affermazione secondo cui la Segreteria di Stato per il Turismo avrebbe dimostrato “totale confusione” tra i ruoli è una lettura strumentale che capovolge la realtà: è proprio l’Opposizione a generare tale confusione, nel tentativo di delegittimare l’operato del Segretario di Stato.

Quanto alla vicenda della battuta di caccia, si è già fornita ogni spiegazione e si è manifestata piena disponibilità nei confronti delle autorità competenti, uniche titolate a condurre accertamenti e a trarre conclusioni. Il ricorso a descrizioni macabre e sensazionalistiche, quali “cinghiali sbudellati” o “finestre infrante”, si commenta da sé. Tale linguaggio, oltre a denotare una discutibile caduta di stile, costituisce un chiaro espediente per distogliere l’attenzione dai fatti e dalle argomentazioni, cercando di impressionare emotivamente l’opinione pubblica piuttosto che stimolarne una riflessione critica. La Repubblica e i suoi cittadini meritano un dibattito politico che si elevi da simili bassezze e si concentri sulla sostanza dei problemi.

La Segreteria di Stato per il Turismo accoglie con favore l’invito a “riflettere con i cittadini rispetto a scelte che il Segretario di Stato fa come persona fisica o rappresentante istituzionale”, a condizione che tale riflessione si fondi sulla verità dei fatti, sul rispetto delle norme e sulla capacità di distinguere l’azione amministrativa dalla speculazione politica. Siamo sempre pronti a un confronto politico serio, basato su argomentazioni solide e finalizzato al progresso del Paese.

L’azione del Segretario di Stato Federico Pedini Amati continuerà a essere improntata ai principi di integrità, trasparenza e servizio esclusivo all’interesse della Repubblica. Respingiamo con fermezza ogni tentativo di trascinare il dibattito su un piano personale e diffamatorio, e rinnoviamo l’appello a tutte le forze politiche affinché si concentrino sulle sfide reali che San Marino è chiamato ad affrontare, con spirito costruttivo e senso di responsabilità”.

 

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