Nella giornata di oggi le forze di opposizione hanno tenuto una conferenza stampa congiunta per parlare del tema della riprensione, elemento sanzionatorio previsto per il reato di molestie sessuali, tema che ha acceso il dibattito in Aula.
Per Domani Motus Liberi, presente la Consigliera Michela Pelliccioni, che partendo da un’analisi giuridica, conclude dicendo che “il ragionamento politico sarebbe dovuto partire da un ragionamento tecnico”. Inoltre, ricorda che “il reato di molestie sessuali è stato introdotto tra i misfatti, per i quali serve la presenza del dolo, cioè l’accertata volontà di commettere comportamenti indesiderati a carattere sessuale che violano la dignità della persona.” Per Pelliccioni “la politica ha scelto un “buffetto” come pena, ma il vero problema è stato il patto politico che ha visto barattare la dignità delle persone, in particolare le donne, in favore di altro, pur nel coraggio di aver introdotto una normativa di questo tipo”.
“Credo di aver personalmente assistito ad uno dei più ignobili dibattiti sulla salvaguardia delle persone in questi 13 anni di presenza in Consiglio” – dichiara senza mezzi termini il Consigliere Gian Matteo Zeppa di Rete. “Le molestie sessuali, che risultano essere prodromiche a vere violenze sessuali, non possono essere mercificate per equilibri politici. La riprensionenon è più giuridicamente sostenibile per certe tipologie di reato”.
Afferma anche che “la politica di maggioranza è evidentemente inerme per superficiali questioni di lacci e lacciuoli reciproci, e l’ordine del giorno presentato dovrebbe far gridare allo sdegno, soprattutto chi lo ha proposto, sottoscritto e votato”.
Conclude, poi, evidenziando come “le istanze proposte dalla cittadinanza, sulla salvaguardia dei diritti e sulla repressione di certi atteggiamenti da primati, sono purtroppo superiori -nettamente superiori- alla coscienza dei Consiglieri di una Repubblica”.
Il Consigliere Andrea Menicucci di Repubblica Futura esprime profonda delusione: “so bene che eliminare una pena come questa non sarà la soluzione definitiva al fenomeno e che il diritto penale non deve piegarsi a logiche di populismo punitivo”. Tuttavia, prosegue sottolineando come la previsione di “una risposta sanzionatoria così blanda possa essere ostacolo ad un cambiamento culturale – oggi più che mai necessario – nell’otticadi un maggior rispetto verso l’altrui libertà sessuale anche alla luce delle resistenze e minimizzazioni che ancora avvengono in Aula.” Prosegue con un riferimento al dibattito consiliare, ricordando come “sugli emendamenti volti a eliminare la riprensione dalla norma abbiamo ottenuto apprezzamento verbale anche da membri della maggioranza: da qui, la proposta di porlo in votazione segreta, possibile per regolamento su temi di una certa sensibilità, per permettere ai Consiglieri di esprimersi liberamente in fase di approvazione”. Conclude con rassegnazione ricordando come la proposta non sia stata accolta.
“Quando in Commissione III, in sede di discussione di Legge di sviluppo, presentammo l’emendamento per eliminare la riprensione, i commissari di maggioranza si espressero in maniera favorevole al merito dell’emendamento, chiedendoci di ripresentarlo però in Commissione I” – aggiunge la Consigliera Sara Conti di Repubblica Futura. Continua dicendo che “anche in quella sede, però, l’emendamento venne respinto e ieri abbiamo assistito all’ultimo capitolo di un teatrino della politica per nulla dignitoso, nel quale l’emendamento sulla riprensione è divenuto evidentemente oggetto di baratto tra le forze di maggioranza, impegnate in un gioco politico di veti incrociati che si è reso evidente a tutti.” Conclude, a nome di tutte le forze di opposizione, ribadendo: “Noi non possiamo accettare che un tema di natura così sensibile, che riguarda la dignità della persona, possa essere oggetto di mediazione politica”.