Le Organizzazioni Sindacali di San Marino – CSdL, CDLS e USL – intervengono sulla riforma dell’Imposta Generale sui Redditi (IGR) dopo l’approvazione, da parte dell’Attivo dei Quadri Sindacali, degli emendamenti frutto del confronto con il Governo.
La votazione, svoltasi mercoledì 29 ottobre, ha registrato «una valanga di sì» e ha rappresentato, come spiegano i sindacati, «il suggello di un lungo e complesso percorso culminato con un testo ridisegnato rispetto alla versione iniziale e improntato sui principi di equità e non discriminazione in base alla residenza».
Le sigle esprimono «grande soddisfazione per questo risultato», ottenuto grazie al «tenace supporto fornito durante la mobilitazione, in questi mesi, da lavoratori, pensionati e attivisti sindacali». Le assemblee intercategoriali, i due scioperi generali e i sit-in davanti alle sedi dei partiti di maggioranza hanno, secondo le organizzazioni, «tenuto alta l’attenzione e convinto le forze di maggioranza che quella riforma andava profondamente modificata».
Il comunicato sottolinea che «la proposta avanzata dal Sindacato è stata risolutiva, in quanto ha dimostrato, con la concretezza dei numeri, che i principi fondamentali sostenuti fin dall’inizio erano realizzabili, nell’interesse non solo dei lavoratori e dei pensionati, ma anche per conseguire un sistema fiscale equo».
Con gli emendamenti definiti nel confronto, sono stati confermati «la progressività della quota SMAC e delle relative detrazioni per le diverse fasce di reddito di lavoratori e pensionati, sia la non discriminazione in base alla residenza».
Un altro aspetto rilevante riguarda «la possibilità di adesione parziale alla SMAC, soprattutto per i tanti frontalieri che non riuscissero, così come oggi, a smaccare nel territorio sammarinese l’intero importo previsto in base ai redditi».
I sindacati ricordano che «fino ad oggi la gran parte degli stessi lavoratori frontalieri non ha aderito alla SMAC né chiesto il rimborso spettante in base alla somma tracciata; con la riforma, sarà consentito di poter tarare le quote su base individuale, tenendo conto altresì dell’aumento della componente carburanti, passata da 750 a 1.500 euro».
«Degno di nota, in particolare per i redditi più bassi, è anche il fatto che i residenti potranno computare le bollette all’interno della quantità di smaccature», aggiungono le tre sigle. «Grande soddisfazione anche per il fatto che i redditi lordi inferiori a 10.000 euro continueranno a non dover smaccare e ad essere esenti da imposte, grazie al relativo bonus riconosciuto a tutti indistintamente».
Nel documento viene inoltre sottolineato «il clima costruttivo registrato con i partiti di maggioranza, in particolare a seguito degli incontri svoltisi in occasione dei sit-in davanti alle loro sedi e, più di recente, con il Segretario di Stato per le Finanze ed il suo staff, che hanno lavorato senza sosta alla stesura degli emendamenti ed alla predisposizione dei programmi informatici necessari per tradurre nel concreto le intese raggiunte».
«Tutti gli attori politici hanno giudicato equilibrata la proposta sindacale – prosegue la nota – ciò ha consentito di raggiungere questo importante risultato in così pochi giorni». Le tre organizzazioni «esprimono compiacimento per le 39 firme già apposte da parte dei Consiglieri di maggioranza, necessarie per la presentazione in Consiglio Grande e Generale degli emendamenti al testo approvato dalla Commissione Finanze».
Infine, un riconoscimento è rivolto ai patronati delle organizzazioni sindacali, che «hanno lavorato alacremente e con grande competenza, in prima battuta per tradurre gli effetti dei vari testi presentati da Governo e maggioranza in tabelle comprensibili a tutti e, da ultimo, per concretizzare nei numeri le proposte sindacali, che si sono rivelate risolutive».
Le tre sigle concludono sottolineando che «ora le Organizzazioni Sindacali attendono che gli emendamenti vengano depositati e approvati dal Consiglio, per concludere positivamente questa lunga e faticosa vertenza, che gli storici sicuramente ricorderanno per la partecipazione senza precedenti di lavoratori, pensionati e cittadini agli scioperi generali del 23 settembre e del 7 ottobre scorsi».




