Intervento sul PDL “Emergenza Casa” – Lorenzo Bugli
Signor Capitani Reggenti, Colleghi Consiglieri,
discutiamo oggi una proposta che parla di case, ma in realtà ci interpella sulle fondamenta stesse della nostra Repubblica. Perché quando la politica si occupa di abitare, non si limita a costruire muri: cerca di costruire futuro.
La casa è il primo mattone della fiducia. Ed è proprio di fiducia che i nostri giovani hanno fame: fiducia di potersi fermare, mettere radici, accendere una luce propria, smettere di sentirsi ospiti a tempo nel Paese in cui sono nati.
Il progetto di legge che oggi esaminiamo ha il pregio, raro e prezioso, di unire emergenza e visione, di muoversi nel solco di quanto già tracciato dalle norme precedenti — penso alla Legge 44 del 2015, ai vari decreti delegati sull’edilizia sovvenzionata — e al tempo stesso di aprire un nuovo capitolo, più umano, più sostenibile, più giusto.
C’è continuità, sì. Ma c’è anche un cambio di passo. Finalmente, non si guarda solo al mattone in sé, ma anche a ciò che lo circonda: all’ambiente, ai consumi, alla qualità della vita.
Qui si promuove la bioedilizia, non come slogan, ma come concreta leva fiscale e progettuale. Si incentiva la ristrutturazione non solo per riqualificare edifici, ma per riqualificare interi quartieri, restituendo bellezza e dignità agli spazi vissuti.
E soprattutto si mette al centro una generazione intera che si è sentita troppo spesso ai margini, offrendo strumenti veri: contributi in conto interessi fino all’80%, garanzie statali, bonus legati all’efficientamento energetico, abbattimenti sull’onere di concessione.
Tutto questo, senza dimenticare l’equilibrio pubblico-privato: la possibilità per gli istituti di credito di valutare le richieste, la tracciabilità delle locazioni, il canone calmierato per prevenire distorsioni e speculazioni. È una visione che non dimentica la realtà, ma la vuole cambiare dal di dentro, con regole intelligenti.
E c’è un’altra parola che mi piace leggere in questa legge: monitoraggio. Non solo incentivi, ma anche strumenti per conoscere davvero il patrimonio edilizio, distinguere chi tiene fermi gli immobili e chi ha bisogno di viverli.
È una legge che parla una lingua nuova, ma che ha radici profonde. Che dà seguito a ciò che abbiamo fatto in questi anni, ma non si accontenta. E non possiamo accontentarci nemmeno noi.
Oggi, colleghi, noi non stiamo solo approvando norme. Stiamo decidendo se essere un Paese per giovani, o un Paese per nostalgici. Se continuare a guardare indietro, o se provare a costruire avanti. E questo avanti deve essere verde, sostenibile, inclusivo.
Chi non ha mai avuto paura di non farcela a pagare l’affitto, o chi non ha mai rinunciato a metter su casa per un mutuo troppo alto, forse non coglierà appieno il senso di questo testo. Ma chi ci è passato, chi ci passa ogni giorno, sa che una casa può essere la fine di un problema o l’inizio di una vita.
Io scelgo di stare con loro. Io voto per chi vuole restare. Per chi sogna un futuro in cui essere giovani non sia più una colpa da punire con l’insicurezza, ma un merito da premiare con opportunità vere.
Questo è un PDL che semina. Sta a noi, ora, difendere il raccolto.
Grazie.
(da Serenissima.sm)