Continua il dibattito sulla cittadinanza.
Osservando i dati demografici della popolazione residente a San Marino abbiamo osservato che i cittadini, titolari di due o più cittadinanze (significa appartenere a più Stati con i conseguenti diritti e doveri) sono già ora la maggioranza della popolazione presente sul territorio. Questo nucleo demografico ha al suo interno la prevalenza di persone con cittadinanza italiana, perché siamo uno Stato enclave nella nazione Italia!
Questa realtà demografica e sociale è un fatto inedito nella storia della Repubblica e questa novità produce una serie di conseguenze che dovremmo considerare perché siamo uno Stato piccolo per dimensione territoriale (60 Kmq) e per popolazione (34.045 residenti nel 2024).
Uno degli effetti da monitorare riguarda la incidenza di questa appartenenza ad altri Stati sulla SOVRANITA’ della nostra Repubblica. SOVRANITA’ che attiene sia al nucleo delle decisioni che vengono assunte per gestire lo Stato e la Comunità secondo gli interessi nazionali e le regole fissate dalla carta dei Diritti, la legge costituzionale, sia il contratto sociale per l’equilibrio tra gli interessi generali e collettivi e gli interessi individuali, sia il sistema dei rapporti internazionali.
Nel corso della nostra storia le classi al potere e le stesse oligarchie hanno gestito con equilibrio e prudenza lo Status di cittadinanza sammarinese: hanno dato la preminenza alla Cittadinanza per discendenza, secondo il principio dello ius sanguinis, rispetto alla concessione della cittadinanza per naturalizzazione, connesso al principio dello ius soli, il quale a sua volta è legato alla residenza stabile sul territorio di San Marino.Tra i doveri del naturalizzato nel corso della storia è stato chiesto l’obbligo della rinuncia della cittadinanza d’origine. Il giurista ed avvocato Luigi Lonfernini afferma con determinazione l’esistenza della consuetudine istituzionale su tale obbligo di rinuncia, consuetudine che nel 2025 si vorrebbe far cessare.
Si vorrebbe far cessare con l’approvazione del progetto di legge sulla naturalizzazione, portato già in prima lettura in Consiglio. Ma grande è stata la nostra meraviglia quando nel confronto con le forze politiche abbiano appreso le motivazioni e la fretta che sono alla base di questo progetto di legge: le motivazioni sono legate al dare risposte ai cittadini già naturalizzatiche ancora non hanno adempiuto all’obbligo della rinuncia della cittadinanza d’origine entro il termine dei 5 anni e di conseguenza al possibile consenso elettorale da ricevere da coloro che sono in procinto di diventare cittadini per naturalizzazione. Con grandepreoccupazione stiamo constatando che il consenso prevale sugli interessi nazionali.
Il Comitato Civico rappresenta coloro che difendono gli interessi generali, che chiedono la valorizzazione dell’identità nazionale e l’autonomia della sua statualità, coloro che si preoccupano di capire che fine farà la nostra piccola Repubblica, quando più della maggioranza della popolazione apparterrà e si sentirà di appartenere ad un altro Stato e sarà libera di esercitare i diritti politici, votare ed essere votati,sia a San Marino che nel secondo Stato di appartenenza. Preoccupa molto la prospettiva che i cittadini con la sola cittadinanza sammarinese saranno minoranza nel loro paese.
Il Comitato Civico per la Cittadinanza ha chiesto alle forze politiche, alla Reggenza di FERMARE IL PROGETTO DI LEGGE, ha chiesto di porre nell’agenda della Commissione per le Riforme Istituzionali o di una commissione specifica, l’esame e le indicazioni sulla cittadinanza e sulla naturalizzazione.
Il tema della Cittadinanza è troppo importante e complesso per essere oggetto di un iter di approvazione ordinaria: il Comitato Civico ribadisce la necessità dell’attribuzione preventiva alla Commissione per le riforme Istituzionali con il relativo coinvolgimento dei cittadini medesimi. Il Comitato Civico si attende di essere ascoltato dalla Reggenza (siamo in attesa di avere un incontro), e dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione.
Abbiamo speranza, ma la fiducia sociale si persevera se si è ascoltati e si ottengono risposte!
Il Comitato Civico per la Cittadinanza