C’è un profumo di déjà-vu nel mondo del calcio sammarinese. La FSGC ha annunciato un nuovo accordo con il Pietracuta Calcio, società dilettantistica italiana, con l’obiettivo – dichiarato – di offrire una chance concreta ai giovani sammarinesi per confrontarsi in un contesto competitivo. Un progetto che, sulla carta, appare nobile e strategico, ma che solleva interrogativi tutt’altro che secondari.
Il primo riguarda l’efficacia reale dell’iniziativa. La memoria torna all’esperienza della Victor San Marino, partita con grandi promesse e naufragata in un contesto dove i calciatori sammarinesi si sono spesso ritrovati più spettatori che protagonisti. È questo il futuro che attende anche l’accordo col Pietracuta? Quale sarà lo spazio effettivamente riservato ai nostri atleti in un club italiano, e soprattutto, quali garanzie ci sono che questo percorso sia realmente formativo?
Un secondo nodo riguarda la gestione dei contributi legati agli atleti convocati in Nazionale. È noto che le società che formano questi giocatori dovrebbero ricevere un compenso per il lavoro svolto. Ma se i giovani vengono orientati verso una società italiana, chi incasserà quei fondi? Il club d’oltreconfine o la Federazione stessa? E ancora: non sarebbe più equilibrato e incentivante destinare queste risorse alle società sammarinesi che operano sul territorio, spesso in condizioni ben più difficili?
Infine, il quesito più spinoso: stiamo perdendo i nostri talenti migliori? Il recente trasferimento del giovane sammarinese-argentino all’Entella è emblematico. In un sistema solido, un profilo simile sarebbe stato valorizzato come patrimonio tecnico e simbolico del movimento locale. Invece, se ne va in silenzio. Senza un progetto chiaro alle spalle. Senza una visione d’insieme.
Non si tratta di sollevare polemiche sterili, ma di pretendere trasparenza, coerenza e strategia a lungo termine. L’impressione è che si stia cercando ancora una volta una soluzione esterna, invece di investire realmente sul campionato interno, sui tecnici locali, sui club che lavorano quotidianamente per far crescere nuove generazioni di calciatori.
La crescita del calcio sammarinese non può passare da scorciatoie. Serve una scelta di campo chiara: valorizzare il talento a casa propria, sostenere chi semina ogni giorno con dedizione e costruire, finalmente, un sistema che appartenga davvero a San Marino.