Il Segretario di Stato agli Esteri Luca Beccari, al centro delle polemiche dopo un intervento durante la Commissione Mista, rompe il silenzio e chiarisce: non ha mai messo in dubbio la capacità dei cittadini sammarinesi, ma ha posto un problema di metodo. “Serve un voto consapevole, non per tifoseria. Meglio dopo aver vissuto gli effetti, non prima di capirli”.
Contattato telefonicamente da Francesca Devincenzi, direttrice di Insider, Beccari spiega nel dettaglio il senso delle sue parole, travisate e semplificate da parte del dibattito politico e mediatico.
“La conversazione da cui è stato estrapolato tutto nasceva da un confronto con Erik Casali. Lui stesso mi ha detto che, pur avendo esperienza politica, ha fatto fatica a comprendere il testo dell’accordo. Da lì, ho semplicemente domandato se, viste le complessità, fosse più utile far esprimere la cittadinanza oggi – rischiando un voto emotivo – oppure in una fase successiva, dopo averne valutato con esperienza diretta gli effetti reali”.
Nessuna arroganza, nessun disprezzo verso il popolo, ma una riflessione – politica, non personale – su quando un referendum sia davvero uno strumento utile per la democrazia.
“Io ritengo fondamentale il passaggio referendario. Ma proprio per rispetto verso i cittadini, credo sia importante che avvenga in un contesto informato, dopo una reale comprensione e magari dopo un periodo di applicazione del testo, sfruttando le clausole di salvaguardia previste dall’accordo stesso”.
Beccari rigetta con fermezza l’accusa di aver detto che “la popolazione non capisce”.
“È una forzatura delle mie parole, una sintesi malevola, ed è importante dirlo con chiarezza: mi dissocio totalmente da questa lettura. Nessun cittadino va considerato incapace, ma proprio per rispetto verso tutti credo che vada fatto uno sforzo per spiegare bene il contenuto dell’accordo, prima di chiedere un sì o un no”.
Nel corso della telefonata, il Segretario sottolinea che non ha nulla contro il dibattito, anzi lo considera “legittimo e necessario”, ma mette in guardia contro la costruzione di allarmismi ingiustificati. “È giusto confrontarsi, ma chi ha ruoli pubblici dovrebbe contribuire a informare, non a spaventare”.
Beccari aggiunge un chiarimento politico più ampio:
“L’accordo è l’oggetto. Il referendum è lo strumento. La politica non può concentrarsi solo sullo strumento dimenticando l’oggetto. La vera domanda non è ‘referendum sì o no’, ma ‘questo accordo è utile al Paese oppure no?’. Siamo qui per valutare il merito, non per dividersi in tifoserie”.
Infine, un messaggio chiaro: “Il popolo sammarinese ha il pieno diritto di esprimersi. Ma ha anche il diritto di farlo con cognizione di causa. Non si tratta di fiducia cieca, ma di metodo. Prima si capisce, poi si vota. È questo il vero rispetto per la democrazia”.