Arresti per una presunta maxi tangente legata all’acquisizione di Banca di San Marino

da | 25 Ott 2025

Una presunta tangente da un milione di euro sarebbe al centro dell’inchiesta che ha portato all’arresto di tre persone a San Marino, nell’ambito dell’affare per l’acquisizione del pacchetto di quote di Banca di San Marino. Secondo le prime informazioni, due degli arrestati — marito e moglie, lui commercialista e membro del decaduto consiglio di amministrazione dell’Ente proprietario della banca — si troverebbero in carcere, mentre un terzo indagato, che avrebbe avuto il ruolo di sindaco revisore, sarebbe ai domiciliari.

L’indagine, coordinata dal commissario della legge Francesco Santoni, ruoterebbe attorno a una tangente da un milione di euro, versata in due tranche da 500mila euro ciascuna, destinata a “facilitare” l’acquisizione dell’istituto da parte di un fondo estero. Le autorità giudiziarie sammarinesi stanno cercando di ricostruire il flusso del denaro e i rapporti intercorsi tra i soggetti coinvolti.

Nel frattempo, Banca Centrale della Repubblica di San Marino ha diffuso un comunicato ufficiale annunciando di aver concluso l’istruttoria sull’istanza presentata da un gruppo estero per l’acquisizione della maggioranza del capitale di Banca di San Marino. “Alla luce del complesso delle informazioni acquisite anche grazie alla cooperazione nazionale e internazionale con altre autorità e istituzioni, il Coordinamento della vigilanza della Banca Centrale ha deciso di non autorizzare l’acquisizione”, si legge nella nota. Il gruppo in questione farebbe capo a un investitore bulgaro.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Governo di San Marino, che in una nota ha preso atto della decisione di Banca Centrale di non autorizzare l’acquisto, sottolineando “come l’azione degli organi preposti si sia distinta per la sua natura preventiva e anticipatoria, intervenendo a salvaguardia degli interessi nazionali prima che potenziali pregiudizi al sistema potessero prendere forma”.

Il governo ha inoltre chiarito che “è importante rilevare che le dinamiche di acquisizione della banca nulla hanno a che vedere con la solidità della stessa, sulla sua capacità di operare in modo ordinato e di fornire servizi alla clientela”.

Banca di San Marino, fondata nel 1920 come cooperativa da investitori sammarinesi, è oggi una delle istituzioni finanziarie più antiche del Titano. È di proprietà dell’Ente Cassa di Faetano – Fondazione di Banca di San Marino, che mantiene una quota di partecipazione diffusa sul territorio, con molti cittadini sammarinesi soci dell’Ente.

Proprio l’Ente Cassa è intervenuto ieri con una propria dichiarazione, assicurando piena collaborazione con le autorità: “Continueremo ad agire in sintonia con le autorità competenti per l’ulteriore rafforzamento e il costante sviluppo di Banca di San Marino con la dovuta attenzione e professionalità nei confronti dei risparmiatori, delle famiglie e delle imprese, in una ottica di mercato europeo. In proposito l’Ente avvierà tutte le necessarie verifiche e le eventuali iniziative da intraprendere a tutela sua e della banca”.

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