Il Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme ha giudicato irricevibile il quesito referendario propositivo presentato dal legale rappresentante del Comitato Promotore Erik Casali. L’iniziativa chiedeva che l’accordo di associazione tra San Marino e l’Unione Europea potesse entrare in vigore solo dopo un referendum confermativo di iniziativa consiliare.
Nel proprio pronunciamento, i Garanti hanno richiamato la sentenza del 22 settembre scorso, sottolineando che la domanda non rispettava condizioni, requisiti e modalità previste dalla Legge Qualificata sul Referendum e sull’Iniziativa popolare. Il Collegio ha aggiunto che, anche qualora la richiesta fosse stata formalmente corretta, il quesito sarebbe comunque risultato inammissibile, poiché avrebbe inciso sulla ratifica di un trattato già negoziato o in fase avanzata di negoziazione.
Casali, che ha depositato la richiesta presso la Segreteria Istituzionale con il sostegno del Partito Socialista, ha spiegato che il quesito mirava a consentire ai cittadini di esprimersi prima dell’entrata in vigore e della ratifica dell’accordo di associazione. In caso di ammissione e vittoria del Sì, ha aggiunto, sarebbe stato necessario un secondo referendum per scegliere definitivamente tra Sì e No.
Lo stesso Collegio Garante, con la sentenza n. 5 del 22 settembre 2025, aveva già bloccato un altro referendum sull’accordo di associazione, proposto dal Comitato dei “CapiFamiglia”. Quel quesito chiedeva agli elettori se la Repubblica dovesse proseguire nel percorso di adesione accettando le quattro libertà fondamentali fino alla firma e ratifica dell’intesa.




