La verità è nei numeri, non nei bar rumorosi. Un sondaggio scientifico dell’Università degli Studi di San Marino, condotto su 1.500 cittadini, dimostra senza appello che il 62% è a favore dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, mentre solo il 38% è contrario.
E non è tutto: il 68% dei sammarinesi ritiene che l’accordo offrirà maggiori prospettive e opportunità per il futuro del Paese. Dati ufficiali, trasparenti, consultabili da tutti. Non stime campate in aria. Non opinioni gridate in un editoriale. Scienza, non propaganda.
Innanzitutto vi linkiamo qui sotto la fonte ufficiale.
https://www.unirsm.sm/crri/wp-content/uploads/sites/29/2025/02/Quaderno-CRRI-2025.pdf
Un campione rappresentativo della realtà, non di un’eco di partito
L’indagine è stata realizzata su un campione eterogeneo di 1.500 cittadini, bilanciato per età, genere, titolo di studio e zona di residenza. Una fotografia reale, precisa, della popolazione sammarinese. Nessuna distorsione. Nessun filtro. Solo realtà.
Di fronte a questi numeri, le dichiarazioni secondo cui “sette o otto sammarinesi su dieci sarebbero contrari” crollano come castelli di sabbia.
Il falso mito del “popolo non ascoltato”
C’è chi urla alla “svendita della sovranità” e al “tradimento del popolo”, chiedendo a gran voce un referendum. Ma la voce del popolo è già stata ascoltata, e in modo scientificamente affidabile. Il Paese ha parlato, e ha scelto con lucidità.
Invocare la volontà popolare mentre si ignorano i dati che la rappresentano davvero, non è democrazia. È manipolazione.
L’accordo non è una resa, ma una scelta strategica
Le narrazioni apocalittiche su colonizzazioni, perdite di sovranità o invasioni economiche non trovano riscontro nei testi dell’accordo né nelle valutazioni tecniche. San Marino ha negoziato tutele, gradualità, flessibilità. Non ha firmato un contratto capestro, ma ha compiuto un passo strategico per uscire dall’isolamento e affrontare con dignità il futuro.
Giovani e cittadini informati dicono sì
I dati del sondaggio mostrano che i più favorevoli all’accordo sono i giovani, i laureati, chi si informa da fonti autorevoli. Chi guarda avanti, chi conosce il mondo e le sue dinamiche. A essere contrari, invece, sono in prevalenza fasce più anziane o meno informate. È legittimo, ma non può essere usato come unica voce di popolo.
Basta paure inventate. San Marino merita verità
Parlare alla pancia è facile. Parlare alla testa è un dovere. Chi alimenta paure, lo fa per dividere. Ma San Marino non ha bisogno di divisioni: ha bisogno di dati, di fiducia, di visione.
E i sammarinesi, oggi, hanno dimostrato di avere tutto questo.
Oppure vogliamo mettere in dubbio anche l’Università?
Il 62% dei sammarinesi è favorevole. Il 68% crede che l’accordo porterà più opportunità. I dati sono chiari, pubblici, scientificamente raccolti. Non servono slogan, serve solo il coraggio di leggere la realtà.
E allora la domanda finale è inevitabile:
vogliamo davvero mettere in dubbio anche l’Università degli Studi di San Marino?
Vogliamo dire che anche loro sono “al servizio delle poltrone”?
Che 1.500 cittadini selezionati con metodo non valgono quanto “quello che si sente in giro”?
Perché se siamo arrivati a non credere nemmeno più alla ricerca, ai dati, alle istituzioni di questo Paese, allora il problema non è l’Europa. Il problema è chi sceglie deliberatamente di disinformare.