Il lavoratore sammarinese che lo scorso 10 luglio ha aggredito violentemente una collega all’interno di un’azienda del Titano è stato licenziato il giorno dopo l’accaduto. La notizia arriva mentre la donna, 62 anni, ha formalizzato oggi la denuncia alla Gendarmeria, a quattro giorni di distanza dall’episodio. La vicenda, resa pubblica dalla CDLS, ha scosso profondamente il mondo del lavoro sammarinese, sollevando un’ondata di indignazione e richieste di maggiore tutela per i lavoratori.
Secondo quanto riportato nella denuncia, l’aggressore, un frontaliero coetaneo della vittima, ha inveito contro la collega per poi stringerle le mani al collo e sbatterla contro un macchinario, facendole perdere i sensi. L’aggressione è avvenuta davanti ad altri colleghi, due dei quali sono intervenuti prontamente per bloccare l’uomo. La donna ha riportato un trauma cranico giudicato guaribile in sei giorni.
La Confederazione Democratica dei Lavoratori Sammarinesi (CDLS) ha definito la vicenda “sconcertante”, sottolineando come l’aggressore abbia continuato a lavorare fino a fine turno senza che i titolari dell’azienda prendessero alcun provvedimento, nemmeno un semplice allontanamento.
Ancor più dura la presa di posizione della Confederazione Sammarinese del Lavoro (CSdL), che ha definito “inquietante” il comportamento del datore di lavoro. “Chi non interviene è di fatto complice,” ha dichiarato la CSdL, rilanciando la necessità di una legge che preveda l’allontanamento dell’aggressore anche in assenza di denuncia. La Confederazione ha inoltre ribadito l’urgenza di rafforzare l’applicazione della Convenzione OIL 190 contro la violenza e le molestie sul lavoro.
Anche l’Unione Sammarinese Lavoratori (USL) ha denunciato “l’ordinarietà della follia”, evidenziando la necessità di “dotarsi di strumenti efficaci per tutelare chi non si sente al sicuro sul posto di lavoro”. L’USL ha richiamato l’attenzione su altri casi simili, compreso quello di una giovane aggredita davanti ai titolari che non presero provvedimenti per non perdere un dipendente considerato “prezioso”. L’USL ha inoltre proposto che le dimissioni per giusta causa in questi contesti consentano l’accesso agli ammortizzatori sociali.
Già nei giorni scorsi, la Segreteria di Stato al Lavoro aveva condannato con fermezza l’accaduto. Il Segretario Bevitori aveva dichiarato: “La violenza di genere, quando si manifesta nel contesto professionale, non solo lede la persona, ma mina i fondamenti stessi della nostra convivenza civile”.
Proprio oggi, la vicenda sarà al centro di un tavolo tecnico convocato dalla Segreteria con l’obiettivo di aggiornare gli strumenti normativi del Piano Pluriennale contro la violenza e le molestie nel lavoro. Tra le proposte in discussione, spicca l’introduzione di una misura cautelare di allontanamento immediato dell’aggressore, un passo che le confederazioni sindacali ritengono fondamentale per garantire la sicurezza e la serenità sui luoghi di lavoro.