
Ecco il testo:
“16/05/2025
Caro il mio Diario,
è da molto tempo che non ci sentiamo e per questo mi dispiace, ma ciò è dovuto al fatto che sono stata molto occupata. Oggi, tuttavia, ho il bisogno di raccontarti come, in questi ultimi tre anni di scuola media, ho aiutato il mio compagno di classe Mattia a crescere.
Lui è un ragazzo con disabilità, io lo conosco fin da quando eravamo alla scuola elementare. La prima volta che l’ho incontrato, la prima sensazione che ho avuto su di lui, purtroppo non era positiva. Allora pensavo che Mattia non fosse una persona “normale”, dal momento che non riusciva a parlare, faceva dei versi strani e assumeva comportamenti che non avevo mai visto prima. All’inizio non mi avvicinavo mai a lui perché avevo paura che mi facesse qualcosa di spiacevole, ma le mie insegnati mi dissero di conoscerlo meglio, così lo avrei accettato per quello che era.
Oggi posso dire che è uno dei miei migliori amici e, quando posso, cerco sempre di stare con lui per aiutarlo a imparare nuove parole e per raggiungere nuovi traguardi. Questo però non è solo merito mio; anche grazie all’aiuto dei suoi straordinari insegnanti Mattia ha imparato a dire i colori, le lettere, i numeri e quasi tutti i nomi dei suoi compagni di classe.
Il mio non lo ha imparato ancora del tutto, ma la prima volta che l’ho sentito almeno provarci mi sono quasi commossa. Dal mio punto di vista questo è stato uno dei traguardi più importanti che ha raggiunto, perché il mio nome per molti è scontato pronunciarlo, ma per le persone come Mattia può essere una dura sfida.
Quest’anno, ogni mercoledì la Prisca ha portato due di noi alunni della 3^F in cucina per pranzare con lui prima che il pulmino lo venisse a prendere per portarlo ad atletica. Le volte in cui sono andata io, ho visto molti miglioramenti rispetto agli anni passati. Noi compagni, lo abbiamo aiutato a sistemare sul fornello l’acqua per cuocere la pasta, a stendere la tovaglia e tutti gli accessori per mangiare; finito questo, gli abbiamo fatto attaccare delle nostre foto su un cartellone, dove c’era lui seduto a tavola e gli facevamo dire i nostri nomi.
Pensare che da giugno non lo rivedrò più tutti i giorni mi rattrista molto perché, anche se insieme abbiamo affrontato degli alti e bassi, lui mi ha insegnato ad accettarsi per quello che si è, a non vergognarsi se non si riesce a superare un ostacolo, che si può essere amici di tutti, pur essendo diversi; inoltre, che per qualcuno una cosa può essere scontata ma per altri no, di non vergognarsi di chiedere aiuto e di non arrendersi mai.
Tutti questi ricordi saranno nel cassetto del mio cuore per il viaggio della vita e per questo gli vorrò sempre bene.
Aggiungo anche che avere un ragazzo come Mattia è un dono che non tutte le classi hanno, perché si fanno molte attività inclusive e laboratori divertenti.
Questo è tutto, caro diario; spero di non averti annoiato troppo e di rivederti presto.
Un abbraccio e un bacio forte.
Greta”