Consulenze senza bando e incarichi diretti: la nuova delibera che solleva dubbi sulla trasparenza

da | 30 Mag 2025


Il Congresso di Stato ha approvato la delibera n.24 del 13 maggio 2025, con cui conferisce tre incarichi di consulenza per un totale di 13.400 euro a Kate Fretti, Emiliano Vannoni e Sara Spadoni. L’obiettivo è la realizzazione di un “progetto integrato di promozione” delle politiche portate avanti dalle Segreterie di Stato per l’Industria, Artigianato, Commercio, Ricerca e Sport e per il Lavoro, Programmazione Economica e Transizione Ecologica.

Ma la natura di questi incarichi solleva più di una perplessità. Il conferimento è avvenuto senza alcun bando pubblico, senza alcuna selezione trasparente o procedura comparativa. Secondo quanto riportato nella delibera, si è trattato di una semplice “disponibilità dichiarata” da parte dei soggetti incaricati. Una modalità che, pur in linea con le linee guida interne, si pone in netto contrasto con i principi di merito, pubblicità e concorrenza che dovrebbero regolare l’affidamento di incarichi da parte della pubblica amministrazione.

Non si tratta di un caso isolato. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le consulenze esterne affidate direttamente, anche in ambiti delicati come la comunicazione istituzionale, senza che vi sia stato un effettivo coinvolgimento della cittadinanza o una pubblicazione trasparente delle opportunità. Ne è prova anche l’avviso pubblico del 13 gennaio 2025, pubblicato per individuare consulenti turistici per il triennio 2025-2027: un esempio positivo che però contrasta con la prassi adottata in questo caso, dove tutto è avvenuto senza alcuna consultazione aperta o preventiva.

Le cifre, pur non elevate, sono comunque significative nel contesto della Repubblica: 5.300 euro a Kate Fretti, 4.300 euro a Emiliano Vannoni, 3.800 euro a Sara Spadoni, con rimborsi spese compresi. I fondi provengono da capitoli di bilancio destinati a promozione economica, sportiva e mercato del lavoro. È lecito domandarsi se non vi fossero alternative più efficienti o professionisti selezionabili tramite procedura competitiva.

In un momento in cui la spesa pubblica dovrebbe essere sotto scrutinio, e mentre i conti dello Stato sono messi alla prova da un debito pubblico in crescita e da interessi passivi rilevanti, decisioni come questa rischiano di alimentare sfiducia e opacità. L’impressione è quella di un utilizzo discrezionale della consulenza, più utile a rafforzare reti relazionali che a garantire reale impatto per la collettività.

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