Nel dibattito sulle residenze agevolate per pensionati stranieri, il Consiglio si spacca tra chi lancia l’allarme per i giovani e chi difende la misura come marginale. Da una parte c’è Antonella Mularoni (Repubblica Futura), che denuncia un mercato immobiliare falsato e inaccessibile per le nuove generazioni. Dall’altra, il Segretario al Territorio Stefano Ciacci, che rivendica numeri limitati e controlli corretti. In mezzo, l’intervento critico di Matteo Zeppa (Rete), che solleva il tema della convenienza fiscale e del rischio di attrazione “selettiva”.
“Abbiamo falsato il mercato immobiliare”, ha dichiarato con forza Antonella Mularoni, puntando il dito contro gli effetti collaterali di una politica residenziale “troppo veloce e troppo disordinata”.
“Oggi i giovani non riescono più a comprare o affittare casa. Abbiamo reso attrattivo il Paese per chi viene con la pensione dall’estero, ma abbiamo dimenticato chi qui vuole metter su famiglia”.
Un problema reale, aggravato dal continuo cambio delle norme, che – come ha ricordato anche Nicola Renzi – sono state modificate tre volte in cinque mesi. “Serve una legge sulla modifica delle leggi”, ha ironizzato.
Matteo Zeppa (Rete) ha aggiunto un altro livello di criticità, parlando di “trasferimento opportunistico di pensionati che lasciano Stati come il Portogallo per motivi fiscali”. E ha definito il sistema attuale “un incentivo alla residenza non per vivere il territorio, ma per sfruttarne i vantaggi”.
La risposta di Stefano Ciacci è arrivata con tono tecnico ma deciso.
“Non penso che le residenze pensionati siano quelle che creano un problema casa ai giovani”, ha dichiarato. “Ne abbiamo concesse 250. È un numero molto limitato rispetto alla mole complessiva dei permessi di soggiorno”.
Il Segretario ha riconosciuto che alcune domande non erano in linea con lo spirito originario della legge, e che per questo si è intervenuti aumentando i requisiti reddituali minimi: “Innalzando la soglia a 120mila euro, si sarebbe tagliata la metà delle richieste”. E ha aggiunto:
“Non vedo un problema se un pensionato che oggi vive in Portogallo sceglie San Marino”.
Infine, ha proposto una soluzione tecnica di equilibrio, per evitare contenziosi e incertezze:
“Facciamo un emendamento condiviso: chi ha fatto domanda secondo i criteri precedenti potrà comunque mantenere la sua posizione fino all’entrata in vigore della nuova norma”.
Il dibattito non è chiuso, ma è chiaro che la pressione sul mercato immobiliare esiste, così come esiste la necessità di rendere il Paese attrattivo in modo ordinato, trasparente e sostenibile. Mularoni e Ciacci, da angolature diverse, pongono lo stesso problema: come coniugare sviluppo e giustizia sociale, senza lasciare nessuno indietro.
Francesca Devincenzi – direttore di insider.sm