l costo dell’energia torna al centro del dibattito economico sammarinese. Con una nota chiara e puntuale letta su San Marino Fixing, ANIS – Associazione Nazionale Industria San Marino ha sollecitato il Governo a rinnovare con urgenza gli sconti sulle tariffe applicate nel primo trimestre dell’anno e ad avviare finalmente un piano organico di riforma del sistema energetico, in grado di dare risposte strutturali a imprese sempre più esposte alle fluttuazioni del mercato.
I dati non lasciano spazio a interpretazioni: secondo il recente Rapporto congiunturale ANIS, l’energia rappresenta in media il 6-8% dei costi totali di produzione per le PMI, con picchi superiori al 12% nel settore manifatturiero pesante, dove San Marino conserva ancora un’importante capacità occupazionale e produttiva.
Nel primo trimestre del 2025, il rincaro delle forniture elettriche ha inciso tra il 15% e il 20% in più rispetto allo stesso periodo del 2024, vanificando molti degli sforzi fatti per mantenere competitivi i prezzi sui mercati esteri. In uno scenario globale in cui i costi energetici tendono a stabilizzarsi o calare, la Repubblica rischia di trovarsi in controtendenza.
Le imprese chiedono un cambio di passo: non più interventi tampone, ma una strategia a lungo termine che tenga insieme:
- investimenti in autonomia energetica;
- incentivi per l’utilizzo di fonti rinnovabili;
- strumenti per la contrattazione diretta dell’energia da parte dei consorzi industriali;
- una governance energetica trasparente e orientata al servizio.
L’incontro tra i vertici ANIS e il Governo (documentato anche da Fixing) ha ribadito l’urgenza di condividere un percorso sistemico, che metta al centro il ruolo delle imprese come attori della transizione ecologica, ma non come unici soggetti a sostenerne i costi.
«Parlare di competitività nel 2025 – osserva ANIS – significa parlare di efficienza energetica, di sostenibilità economica e di certezza delle condizioni operative. Non è più pensabile che un’impresa debba fare una pianificazione strategica senza conoscere il costo della propria energia da qui a sei mesi».
Le esperienze internazionali mostrano come i piccoli Stati possano diventare laboratori di politiche energetiche innovative: l’integrazione tra pubblico e privato, la digitalizzazione delle reti, i parchi fotovoltaici e i partenariati europei sono leve già collaudate altrove.
San Marino può – e deve – fare la sua parte. Per farlo, serve una volontà politica chiara, una visione condivisa e un’alleanza con chi, ogni giorno, produce valore per l’intero Paese.