Nel dibattito del Consiglio Grande e Generale sul caso del cittadino sammarinese condannato in Italia per abusi sessuali su minori, l’intervento più esplosivo è stato quello di Matteo Zeppa (Rete).
“È un paese omertoso. San Marino lo è sempre stato omertoso, sempre, soprattutto su questi casi che riguardano i minori.” – ha attaccato Zeppa, mettendo in discussione non solo la gestione politica ma l’intero sistema istituzionale.
Il consigliere ha ricordato che il Congresso di Stato era stato informato già dal 12 giugno:
“Congressisti, non avete chiesto informazioni al segretario? Cosa facevate il 12 giugno? Giocavate a Tetris sul cellulare?”
Un affondo che ha gelato l’Aula, denunciando il rischio che San Marino venga percepito come una “prigione dorata” per criminali sessuali.
“È impossibile che fatti accaduti nel 2021 si vengano a sapere solo nel 2025, se non per un paese omertoso come il nostro.”
Zeppa ha parlato di insabbiamenti e mancata trasparenza, chiamando in causa federazioni sportive, Tribunale e Congresso di Stato. Ha chiesto un’indagine vera sulle responsabilità:
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“È impossibile che nessuno sapesse nulla.”
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“Qualcuno doveva alzare il telefono e avvisare.”
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“La politica non può fermarsi qui.”
L’accusa è chiara: il sistema ha fallito e ha lasciato che un condannato per pedofilia circolasse indisturbato, persino a contatto con minori.
Il messaggio di Zeppa è arrivato forte: “I minori sono sacri e vanno protetti. Basta ipocrisia e silenzi: chi ha sbagliato deve pagare.”