Si è conclusa la decima edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, un appuntamento che nel 2024 ha assunto un significato particolare. Come ricorda USOT, “l’edizione 2024, infatti, rappresenta l’ultimo passo prima del tanto atteso verdetto dell’UNESCO, che il prossimo 10 dicembre si pronuncerà sulla candidatura della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. Una prospettiva che viene definita nel comunicato come “una decisione storica, capace di riconoscere ufficialmente il ruolo della cucina come elemento identitario, culturale e sociale del nostro Paese”.
Per l’associazione, la partecipazione alla rassegna ha rappresentato un’occasione significativa. “L’invito dell’Ambasciata d’Italia ha permesso ai ristoranti associati di essere protagonisti attivi della rassegna, realizzando menù dedicati alle tradizioni gastronomiche regionali italiane, valorizzando piatti autentici e abbinandoli ai vini delle rispettive aree di provenienza”. Una proposta che, viene evidenziato, ha dato vita “a un vero viaggio nel gusto, tra sapori, memoria e territorio”.
Nel comunicato USOT rivolge un ringraziamento a tutte le attività che hanno partecipato all’iniziativa con spirito collaborativo: Ristorante La Terrazza, Ristorante Spingarda, Ristorante Agli Antichi Orti, Osteria da Giulio, La Salumeria, Ristorante Cesare, Casa Sartini, Ristorante Il Piccolo, Ristorante La Fratta, Ristorante Brace da Donati, Lounge Bar Kod 77, Ristorante Smaller, Il Castello Osteria Gourmet, Osteria Cacio & Pepe, Ristorante Famous. Ogni realtà, si legge, “ha saputo interpretare la tradizione con creatività e competenza, offrendo ai clienti piatti regionali di altissimo livello, autentici, riconoscibili e capaci di raccontare l’Italia attraverso i sapori”.
L’associazione sottolinea come la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo si sia confermata un terreno fertile per il settore, “un evento in grado di unire il settore, di rafforzare il concetto di comunità professionale e di favorire la crescita degli operatori grazie al confronto e alla condivisione”. Nel testo viene richiamato l’equilibrio che caratterizza l’evoluzione della cucina: “Tradizione e innovazione, saperi antichi e nuove tecniche, memoria gastronomica e sperimentazione: è in questo equilibrio che la cucina resta viva, in trasformazione continua, ma fedele alla sua identità profonda”.




