Il maxi processo per la truffa sulle auto a San Marino si è chiuso con 33 patteggiamenti e pene ridotte, dai 4 mesi ai 2 anni. Un copione che lascia l’amaro in bocca: chi ha orchestrato il raggiro delle auto nuove spacciate per usate per evadere l’IVA, trova comunque una via d’uscita.
E intanto chi ha sempre lavorato in regola, rispettando tasse e norme, paga due volte: prima subendo la concorrenza sleale dei furbi, poi vivendo le conseguenze di un mercato bloccato, travolto dai controlli e dalla diffidenza.
Lo hanno detto a gran voce anche i cittadini nei commenti sui social:
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«Le persone che lavorano onestamente si sono trovate penalizzate. Mercato fermo, non si vende più nulla, e chi ha fatto sempre il suo dovere paga per colpa di questi farabutti».
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«Qui vincono solo i furbi, mentre chi rispetta le regole viene schiacciato».
E così, ancora una volta, a San Marino passa il messaggio peggiore possibile: chi evade, chi truffa, chi si inventa scorciatoie se la cava sempre. A tenere in piedi il Paese restano i soliti: commercianti, lavoratori, cittadini che non hanno mai imbrogliato.
Il risultato? Una fiducia spezzata e la sensazione diffusa che chi porta avanti un’attività in maniera pulita sia l’unico a pagare davvero.
La domanda è inevitabile: fino a quando la giustizia continuerà a tutelare chi bara, invece di premiare chi rispetta le regole?