Tragedia a Bellaria, Walter Delogu ricorda il figlio: “Ho capito che eri un angelo. A presto, amore mio”

da | 30 Ott 2025

«Vi dico chi era mio figlio…» scrive Walter Delogu, in un messaggio che racchiude tutto il dolore di un padre travolto da una perdita incolmabile. L’ex collaboratore di Vincenzo Muccioli a San Patrignano, e padre della showgirl Andrea Delogu, ha voluto ricordare così il suo Evan Oscar, appena diciottenne, morto in un tragico incidente a Bellaria. Le sue parole, affidate ai social, non sono semplici righe di commiato, ma il ritratto tenero e fiero di un ragazzo speciale, pieno di vita, di sogni e di rispetto.

Evan frequentava le scuole serali e studiava all’Alberghiero. Ogni mattina si allenava in palestra, poi tornava a casa per preparare il pranzo, soprattutto quando il padre era impegnato o la madre era al lavoro. Chiedeva sempre il permesso prima di alzarsi da tavola, lavava i piatti e solo dopo si concedeva un po’ di riposo. Era un ragazzo educato, generoso, con un senso profondo della responsabilità e dell’indipendenza.

“Ha sempre lavorato d’estate da Massimo, al bagno 75, e non ci ha mai chiesto un euro — racconta Walter —. Si comprava tutto da solo con il suo stipendio, perfino quella maledetta moto. Mi aiutava anche nel mio lavoro: traduceva dall’inglese articoli sulle nuove droghe pericolose che poi utilizzavo nelle conferenze che tengo nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi.”

“Non beveva, non fumava — scrive ancora il padre —. A volte lo prendevo in giro, chiamandolo talebano o angelo. Ora ho capito chi eri davvero: un angelo.”

Poi il tono cambia, si fa intimo, disperato. È la voce di un padre che parla direttamente al figlio: “Amore mio, perché ci hai lasciato? Ci sarà un motivo… fammelo sapere presto, ti prego. Ho dormito nel tuo letto stanotte. Perdonami: ora te lo metto a posto. Ti abbracciano la mamma e tua sorella.”

Walter promette di prendersi cura di tutto ciò che suo figlio amava: “La tua moto la farò aggiustare e poi la venderò. So quanto impegno e quanti soldi ci hai messo in quel bolide, come lo chiamavi tu. Non la farò demolire, ma non riuscirei più a vederla o guidarla. La tua macchina arriverà venerdì: venderemo la nostra e terremo la tua per sempre.”

Il messaggio si chiude come una preghiera, un saluto pieno d’amore e di speranza: “A presto, amore. Tra non molto ti raggiungerò, e rideremo ancora insieme, come sempre. Ti mando un bacio, con la mamma e la tua amata sorellina, come la chiamavi tu. Lassù, in paradiso, fatti valere.”

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