Una sanità pubblica in affanno, accusata di clientelismo, inefficienze e gestione opaca. È il quadro durissimo emerso durante la sessione del Consiglio Grande e Generale del 12 maggio, con un intervento a tratti incendiario di Katia Savoretti (Repubblica Futura) che ha puntato il dito direttamente contro il governo e i vertici dell’ISS.
La consigliera ha denunciato apertamente il clima di disorganizzazione e favoritismi politici che regnerebbe nella gestione del settore sanitario: “I medici bravi li allontaniamo, ci portiamo in casa gli amici degli amici”, ha affermato senza giri di parole, sottolineando la presenza di una rete di nomine sospette e una totale mancanza di progettualità.
Ma l’attacco più grave riguarda il vertice stesso del sistema: una interpellanza presentata da Rete solleva il caso del direttore sanitario dell’ISS, Sergio Rabini, il quale – secondo fonti riportate – sarebbe coinvolto nell’inchiesta sui “furbetti del cartellino”. Un’accusa pesantissima che, se confermata, getterebbe ombre su uno degli incarichi più delicati e rappresentativi della sanità sammarinese.
Nel frattempo, i problemi per i cittadini restano drammaticamente concreti: liste d’attesa interminabili, persone costrette a ricorrere al privato per ottenere una risonanza “in tempi veri”, mentre la mancanza di consulenti competenti e il turn over delle figure dirigenziali alimentano un clima di sfiducia e stallo.
“La sanità è di tutti e va tutelata, non trattata come merce di scambio”, ha dichiarato Savoretti, denunciando una gestione clientelare dove “le poche risorse vengono sprecate”, e dove ogni segnalazione o proposta dell’opposizione viene sistematicamente cassata. “Questo governo non sta facendo nulla”, ha concluso.
L’intervento, tra i più duri dell’intera giornata, mette a nudo un sistema sanitario al limite, dove – tra silenzi, sospetti e inefficienze – a pagarne le conseguenze è come sempre la cittadinanza, abbandonata tra promesse mancate e prestazioni negate.