A parole tutti la invocano, nei fatti nessuno la vuole. Nel Consiglio di ieri sera, quando si è trattato di votare un ordine del giorno che chiedeva di avviare finalmente un percorso serio per dotare San Marino di una strategia digitale nazionale, la maggioranza ha detto “no”.
Il testo, presentato da Domani Motus Liberi, proponeva un tavolo di lavoro trasversale – due rappresentanti per gruppo consiliare – per elaborare l’agenda digitale della Repubblica e dare all’Authority ICT un ufficio tecnico dedicato. In un Paese che sogna di attrarre startup e investimenti, ci si sarebbe aspettati un voto unanime.
E invece no: respinto con 23 contrari e solo 13 favorevoli.
Risultato? San Marino resta senza un piano strategico e con un’Authority a cui vengono appioppate nuove funzioni – come la gestione dei diritti d’autore – ma senza strumenti concreti per svolgerle.
Duro l’intervento di Fabio Righi (Domani Motus Liberi):
“Qui sembra che si voglia appioppare una funzione in fretta e furia, senza una visione. L’Authority ICT rischia di diventare un carrozzone, senza dignità né per il digitale né per il diritto d’autore. Serve una strategia, non rattoppi”.
Sulla stessa linea anche Nicola Renzi (Repubblica Futura), che ha parlato di occasione sprecata:
“A parole si dice che il digitale è il futuro, nei fatti si boccia un percorso che avrebbe dato finalmente un quadro strategico. Così restiamo al palo mentre il mondo corre”.
Nonostante i richiami, la maggioranza ha tirato dritto. Il Segretario di Stato Andrea Belluzzi ha difeso la scelta, sostenendo che il decreto “ha una visione chiara” e che attribuire quelle funzioni all’Authority ICT è “coerente con il percorso già avviato”.
Ma agli occhi dell’opinione pubblica resta l’impressione di un ennesimo autogol: il Paese che parla di innovazione non riesce nemmeno a mettersi d’accordo su un’agenda digitale.
Altro che intelligenza artificiale, qui si rischia di restare incollati al fax.