È stato rinviato a giudizio Giorgio Cellarosi, l’84enne sammarinese sospettato di essere il responsabile dell’avvelenamento di diversi cani. Il provvedimento arriva al termine di una lunga e complessa attività investigativa condotta congiuntamente dal Corpo della Gendarmeria — Reparto Operativo e di Polizia Giudiziaria — e dal Corpo di Polizia Civile — Sezione Pronto Intervento, Ufficio Infortunistica Stradale e Attività di Polizia Giudiziaria — sotto il coordinamento della magistrato inquirente, la Dott.ssa Elisa Beccari.
Le indagini, avviate in seguito alle numerose segnalazioni di cittadini e associazioni di tutela animale, hanno incluso accertamenti tecnici e scientifici che hanno consentito di raccogliere elementi indiziari a carico dell’uomo. L’imputato dovrà ora rispondere delle accuse di attentato continuato alla salute pubblica mediante deterioramento dell’ambiente, maltrattamento e uccisione di animali (con riferimento a episodi avvenuti nel febbraio 2022 e nell’aprile 2025), evasione e minaccia continuata alla pubblica autorità.
Parallelamente, si sono concluse anche le indagini relative ai presunti casi di avvelenamento avvenuti a Faetano nel mese di giugno, in cui erano rimasti coinvolti due cani, uno dei quali deceduto. Gli accertamenti, diretti dalla medesima Autorità Giudiziaria e svolti dai Corpi di Polizia, hanno previsto numerosi sopralluoghi, l’analisi delle immagini di videosorveglianza e l’escussione di testimoni, oltre a indagini chimiche e sanitarie sugli animali e sui residui di cibo ingeriti.
Gli esiti degli esami hanno consentito di escludere l’ipotesi di avvelenamento doloso e qualsiasi collegamento con il soggetto rinviato a giudizio. Le analisi di laboratorio hanno infatti rivelato la presenza di elevate quantità di sodio — probabilmente sale da cucina — nel sangue dei due animali, escludendo la presenza di sostanze tossiche o velenose.
Nelle indagini avviate lo scorso aprile le forze dell’ordine hanno ricostruito una catena di elementi che ha portato all’identificazione di un uomo anziano come principale sospettato degli avvelenamenti. L’indagine è partita da una concentrazione di segnalazioni e dal ritrovamento di più esche sospette in zone vicine a Fiorentino: nei giorni precedenti gli episodi registrati erano aumentati, e gli agenti hanno deciso di intensificare i controlli e l’analisi delle immagini di videosorveglianza.
Dall’esame delle registrazioni è emerso un dettaglio ritenuto significativo: la stessa autovettura è stata ripresa ripetutamente in prossimità dei punti in cui erano stati rinvenuti bocconi contaminati. Gli investigatori hanno incrociato quei fotogrammi con passaggi registrati in altre località dove, nel passato, erano stati segnalati casi analoghi; il veicolo risultava intestato all’uomo che è poi entrato nel mirino dell’indagine.
Sulla base di questi riscontri è scattata un’operazione congiunta della Polizia Civile e della Gendarmeria: perquisizioni mirate sono state eseguite nell’abitazione del sospettato. All’interno dell’immobile gli agenti hanno rinvenuto materiali compatibili con la preparazione delle esche — sostanze e utensili usati per insaporire o conservare bocconi a base di carne o grasso — e campioni che hanno richiesto accertamenti di laboratorio.




