Sabato 18 ottobre si è tenuto un incontro tra il sindacato e le forze politiche di maggioranza. Nel corso della riunione sono state illustrate le proposte approvate dall’Attivo dei Quadri, riunitosi il venerdì precedente, e già inoltrate alla Segreteria di Stato per le Finanze e a tutti i gruppi consiliari.
Secondo le organizzazioni sindacali, il clima rispetto alle settimane immediatamente successive agli scioperi generali appare più disteso:
«È doveroso riconoscere che la tensione, tangibile negli incontri immediatamente successivi agli scioperi generali, si sia via via attenuata».
Il confronto sviluppatosi nei giorni scorsi con i singoli partiti di maggioranza avrebbe infatti consentito di chiarire le finalità dell’azione sindacale:
«Riteniamo che il confronto […] sia stato molto utile, soprattutto per chiarire gli obiettivi del sindacato, che sono esclusivamente di merito».
Il richiamo è esplicito a riportare la discussione sui contenuti, evitando polemiche di natura pretestuosa:
«Quando lo scontro si fa aspro, infatti, puntualmente c’è chi cerca diversivi per distogliere l’attenzione dai contenuti: la prima cosa da fare è quindi riportare il livello della discussione in tali ambiti».
La proposta fiscale: «Semplice nei principi, equilibrata nella filosofia»
Il sindacato rivendica la coerenza della piattaforma presentata, sottolineando che un’analisi tecnica ne avrebbe confermato la sostenibilità rispetto ai principi rivendicati nelle recenti mobilitazioni:
«La proposta del sindacato è semplicissima, ancorché non facilmente desumibile dalle tabelle […]. Attraverso un’analisi dettagliata della filosofia sulla quale è basata, tale proposta è stata valutata come equilibrata e coerente con i principi irrinunciabili che le migliaia di persone hanno sostenuto convintamente, scendendo in piazza per ben due volte nell’arco di due settimane».
La maggioranza attenderà il rientro da Washington del Segretario di Stato per le Finanze, previsto per la serata di domenica, prima di entrare nel merito tecnico delle proposte, con l’obiettivo – si precisa – di valutarne l’impatto «sulle diverse fasce di reddito e sulle entrate del bilancio statale».
Due punti fermi: tutela dei redditi medio-bassi e parità tra residenti e frontalieri
Il sindacato ribadisce le sue condizioni fondamentali:
«Nessun aggravio fiscale per redditi che hanno perso fino al 20% di potere d’acquisto, tenuto conto anche dell’aumento dei contributi previdenziali, e la parità di trattamento tra residenti e frontalieri, con particolare attenzione a salari, stipendi e pensioni medio basse».
Nel dettaglio, l’obiettivo è quello di confermare l’attuale pressione fiscale, mantenendo la progressività delle spese SMaC fino a 50.000 euro lordi, aggiornandola alle recenti modifiche introdotte in Commissione Finanze, tra cui il computo delle utenze e l’aumento dell’incidenza dei carburanti. Secondo il sindacato, anche il sistema delle detrazioni «deve essere crescente».
Il nodo dei non residenti: «No tax area da trasformare in detrazione»
Particolare attenzione viene posta sulle situazioni in cui i contribuenti non hanno la possibilità materiale di effettuare spese in territorio:
«Occorre comunque tenere conto della oggettiva impossibilità dei non residenti di effettuare spese in territorio, come i pensionati che abitano lontano da San Marino ed i lavoratori in trasferta, in mobilità, con malattie lunghe o in smart working».
Per questo motivo viene proposta una trasformazione dell’attuale no tax area in una detrazione, da definire secondo graduazione del reddito:
«L’attuale no tax area va quindi trasformata in detrazione, in una misura da definire con particolare attenzione ai redditi più bassi, così come avviene in Italia, che la riconosce a prescindere dalla residenza».




