Con l’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2026, della riforma dell’Imposta Generale sui Redditi (IGR), la Centrale Sindacale Unitaria (CSU) richiama l’attenzione dei lavoratori e dei pensionati sull’importanza di conoscere nel dettaglio gli effetti che il nuovo sistema produrrà, al fine di prendere decisioni consapevoli riguardo all’adesione al meccanismo delle detrazioni SMAC.
Nel comunicato diffuso in queste ore, la CSU spiega che «cambia infatti totalmente l’attuale sistema di deduzioni, composto da un mix tra no tax area e tracciature SMAC: si passa al meccanismo delle detrazioni, variabili in base alla differente quantità di consumi effettuati in territorio in rapporto al reddito. Sulla base del variare di quest’ultimo, gli effetti sono quindi diversi ed è opportuno che ciascuno decida in maniera consapevole».
La riforma prevede che, «in assenza di diversa comunicazione al datore di lavoro o all’ISS, per i pensionati, chi ha già aderito in precedenza continuerà a beneficiare dello sconto fiscale derivante dal nuovo ammontare complessivo delle ‘smaccature’ previste». In questi casi, precisa la nota, «per i redditi da lavoro dipendente e da pensione fino a circa 45.000 euro lordi annui, la variazione del netto mensile sarà al massimo di 7-8 euro».
Diversa la situazione per chi non ha mai aderito al sistema SMAC. «Coloro che ad oggi non hanno aderito alle deduzioni SMAC e confermassero tale decisione anche per le nuove detrazioni previste dal prossimo anno, si troveranno il netto mensile più basso anche di diverse decine di euro, a seconda dei redditi», si legge nel comunicato. Viene infatti a mancare «l’effetto della deduzione no tax area che incideva in misura rilevante sui redditi più bassi».
Tra le principali novità indicate dalla CSU vi è la possibilità di una adesione parziale al nuovo sistema. «La novità sostanziale, che invitiamo a prendere nella dovuta considerazione, è l’adesione parziale alle nuove detrazioni SMAC, ovvero la predeterminazione di quanto può oggettivamente essere ‘consumato’ in territorio, tenendo conto che l’incidenza dei carburanti è raddoppiata, da 750 a 1.500 euro annui». Tale scelta, viene evidenziato, «può ridurre o addirittura azzerare il maggior carico fiscale derivante dalla eventuale conferma di non adesione anche alle nuove detrazioni SMAC».
Per i residenti, il sistema prevede inoltre la possibilità di computare «anche le utenze domestiche, in misura decrescente con l’aumentare del reddito», e per tutti, «le polizze assicurative ramo danni a cose e persone stipulate con agenzie aventi sede a San Marino».
Il comunicato ricorda inoltre che «per i lavoratori dipendenti, dal 1° gennaio 2026 le buste paga subiranno comunque l’aumento dello 0,5% dei contributi a FONDISS».
Un altro aspetto riguarda la possibilità di richiedere il rimborso delle maggiori imposte pagate a causa della mancata adesione alle attuali deduzioni e alle future detrazioni SMAC: «Va tenuto conto che detto rimborso verrà caricato sulla SMAC quasi due anni dopo. È quindi preferibile avvalersi della facoltà di aderire, anche solo parzialmente, in funzione delle spese ragionevolmente sostenibili».
Infine, la CSU ricorda che «coloro che invece non ‘smaccheranno’ l’intera somma preventivata dovranno pagare il relativo conguaglio fiscale entro il 31 luglio dell’anno successivo».
Per agevolare la comprensione degli effetti pratici della riforma, la Centrale Sindacale Unitaria comunica di aver già predisposto strumenti di simulazione: «La CSU ha già predisposto i programmi necessari a simulare gli effetti che le diverse scelte effettuate da lavoratori dipendenti e pensionati produrranno. Invitiamo pertanto quanti vorranno avvalersi del relativo supporto tecnico a contattare i nostri uffici».




