RETE presenta un’interrogazione sul “Museo del Trenino Storico”: richieste di chiarimento al Congresso di Stato

da | 9 Dic 2025

Il Movimento Civico RETE porta all’attenzione del Consiglio una nuova interrogazione dedicata al cosiddetto “Museo del Trenino Storico”, con una serie di quesiti rivolti al Congresso di Stato riguardanti l’effettiva esistenza, la gestione e la promozione della struttura. Nel documento vengono richiamati atti, dichiarazioni e sopralluoghi che, secondo i firmatari, rendono necessarie verifiche puntuali sulla destinazione delle risorse pubbliche e sulla trasparenza delle informazioni fornite ai cittadini.

L’atto prende le mosse dalla delibera del Congresso di Stato n. 26 del 28 ottobre 2025, con cui il Governo ha disposto “la sottrazione di € 500.000 al fondo per la gestione dei parchi e del verde pubblico per destinarli al fondo per il recupero delle gallerie e rotabili di Borgo Maggiore e S. Marino Città”. RETE evidenzia che, secondo dichiarazioni pubbliche, tali risorse sarebbero destinate “all’allungamento di circa cento metri (100 mt) del binario morto su cui giace il c.d. ‘treno bianco azzurro’ per condurlo […] ‘fino al cuore del Piazzale Stazione’”, richiamando testualmente quanto riportato dalla Televisione di Stato.

L’interrogazione ricostruisce poi alcune affermazioni del Segretario di Stato Federico Pedini Amati, che ha sostenuto in un servizio televisivo la presenza di un museo all’interno dell’area indicata: “Perché in realtà il trenino che noi tutti auspicavamo invece arrivasse fino a Borgo Maggiore, oggi lo portiamo al centro della stazione. Quell’area si chiama la stazione, non a caso. C’era un bagno collegato a un’attività commerciale, oggi al posto di quell’attività commerciale c’è il Museo del trenino. Però ci sono guardati bene dal dire che c’è il museo del trenino storico in quell’edificio e non solamente i bagni”.

I consiglieri firmatari osservano però che tale museo non risulta menzionato né nelle guide turistiche né sul sito ufficiale di promozione visitSanMarino (“il quale non lo menziona neanche nelle pagine dedicate al Trenino e alla Galleria Montale”). RETE rileva inoltre che “da sopralluogo effettuato […] risulta essere ivi presente un edificio all’interno del quale sono alloggiati bagni pubblici e la sede di un’associazione culturale […] senza indicazione né traccia di museo alcuno”. A supporto dell’argomentazione, viene richiamata anche la definizione di Treccani: “per museo si intende ‘la raccolta di opere d’arte, o di oggetti aventi interesse storico-scientifico, etno-antropologico e culturale […] destinato a ospitarli, conservarli e valorizzarli per la fruizione pubblica’”.

Su queste basi, RETE formula una serie di domande formali al Congresso di Stato. I consiglieri chiedono “l’ubicazione esatta del ‘Museo del trenino storico’”, oltre ai “numero di visitatori e incassi nell’ultimo quinquennio”, agli “orari e giorni di apertura e alla data di inaugurazione”, nonché all’“identità dei proprietari e dei curatori”. Viene inoltre domandato “se e in quali occasioni il Segretario di Stato Federico Pedini Amati ha visitato il ‘Museo del trenino storico’” e “se il Congresso di Stato ha concesso patrocini non onerosi, erogato contributi finanziari o fornito qualunque altra forma di sostegno”, con richiesta di copia delle eventuali delibere.

Un ulteriore quesito riguarda la promozione turistica, domandando “per quali motivi il sito promozionale dell’Ufficio del Turismo (www.visitsanmarino.com) non fa menzione del ‘Museo del Trenino Storico’”. Infine, RETE chiede quali siano i risultati attesi dalla spesa di 500.000 euro destinata “a valorizzare il ‘Museo del trenino storico’, ovunque esso si trovi (ammesso che si trovi), mediante l’allungamento di un binario morto”.

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