In Commissione Esteri è scoppiato un tema che riguarda oltre 15mila cittadini sammarinesi residenti all’estero: i rapporti tra politica e comunità. A sollevarlo con toni netti è stato Fabio Righi (Domani Motus Liberi), denunciando una situazione che rischia di creare privilegi per alcuni e penalizzazioni per altri.
«Durante il periodo elettorale – ha spiegato – i presidenti delle comunità ci hanno detto di non poter concedere incontri se non a tutte le forze politiche insieme, perché apolitici e apartitici. Eppure, sfruttando conoscenze personali, alcune forze politiche riescono comunque ad avere questi incontri, mentre ad altre il dialogo diretto è precluso. Questo è un elemento distorsivo che va corretto, garantendo percorsi trasparenti e istituzionalizzati per tutti».
Non solo. Secondo Righi oggi sono soprattutto i membri di governo di turno o i partiti con più risorse economiche ad avere la possibilità di recarsi dalle comunità all’estero. «È paradossale – ha detto – che incontrare i nostri cittadini più lontani sia spesso un privilegio riservato solo a chi ha più mezzi. Serve una base di lavoro alla pari, affinché tutti abbiano le stesse opportunità».
Da qui la proposta di strutturare risorse dedicate alle forze politiche, così da consentire a tutte di intrattenere rapporti regolari con le comunità sammarinesi fuori confine: «Non sono vacanze – ha sottolineato – ma attività politica importante per il Paese».
Un intervento che ha messo in evidenza il lato meno raccontato della riforma sulle comunità all’estero: la trasparenza nei rapporti politici, per evitare che i legami con i sammarinesi emigrati diventino terreno di competizione squilibrata.