Nel confronto sul futuro del sistema di raccolta dei rifiuti, Repubblica Futura interviene con una nota in cui definisce l’attuale assetto come un «pastrocchio “misto” di Libera in salsa democristiana». La forza politica ripercorre la situazione attuale della Repubblica di San Marino, ricordando che il doppio sistema oggi vigente – «porta a porta in tutti i Castelli e raccolta differenziata in strada solo per i Castelli più popolosi di Borgo, Domagnano e Serravalle» – genera «indiscutibili problemi di decoro e sicurezza stradale» e non consente al Paese di rispettare gli accordi siglati con la Regione Emilia-Romagna, che accetta i rifiuti sammarinesi solo se almeno al 70% differenziati.
Secondo il comunicato, «la Repubblica si attesta oggi nettamente al di sotto del 40% di differenziazione», un dato che media l’alta resa del porta a porta con la «bassissima percentuale proveniente dalla raccolta su strada». Il testo ripercorre poi quanto avvenuto un anno fa in Commissione Consiliare IV, quando emerse un elemento definito «sconcertante»: la precedente relazione sul tema, predisposta dal consulente della Segreteria al Territorio allora guidata dalla Democrazia Cristiana, sarebbe stata «improntata su dati clamorosamente errati».
Il comunicato aggiunge che le proposte precedenti – «di completa raccolta stradale oppure di raccolta parzialmente in strada e parzialmente a domicilio» – non sarebbero state né le più vantaggiose economicamente né quelle in grado di garantire il livello minimo del 70% di differenziazione. L’ex Segretario al Territorio, descritto nel testo come «storicamente a favore della raccolta stradale», avrebbe lasciato la seduta «paonazzo» dopo quello che viene definito «uno storico smacco».
Repubblica Futura ricorda che i nuovi Segretari di Stato, Ciacci e Bevitori, avevano annunciato che il nuovo metodo di raccolta, basato su un unico modello per tutto il territorio e «verosimilmente sul porta a porta diffuso», sarebbe stato «varato addirittura entro il 2024 ed avviato entro i primi mesi del 2025». Il comunicato sottolinea che l’opposizione aveva concesso «la più ampia apertura di credito». Tuttavia, secondo la nota, «poi il nulla»: nessun progresso nei mesi successivi, nonostante le ripetute richieste.
Repubblica Futura afferma che il lungo silenzio e il successivo ritorno del tema in Commissione, il 27 novembre, confermano «la necessità, dietro al ritardo, del mantenimento di equilibri politici», considerati da qualcuno «valore ben più alto del bene del Paese». La nuova relazione presentata alla Commissione avrebbe «rimesso in gioco i numeri» pur senza riuscire a confutare «la ben maggior economicità e il ben maggior grado di differenziazione del sistema porta a porta esteso a tutto il territorio».
La scelta finale, adottata tramite Ordine del Giorno, prevede «sistema porta a porta completo dove già presente e “misto” fra raccolta porta a porta e raccolta in strada a Borgo, Domagnano e Serravalle». Una decisione che, secondo Repubblica Futura, mantiene «l’assurdità di due diverse modalità di raccolta sul territorio», definita «prima stortura da correggere» già un anno fa. Il modello prescelto riproporrebbe inoltre uno dei sistemi preferiti dall’ex Segretario al Territorio, già giudicato «più costoso e sicuramente inadatto alla differenziazione minima del 70%».
Il comunicato sostiene che ai Segretari «liberini» sarebbe stato fatto intendere «chi comanda e a chi va portato il dovuto rispetto». La forza politica parla apertamente di «un compromesso politico sulla pelle del Paese», dichiarato da rappresentanti di Libera, ma senza rendere pubblici i dettagli dell’accordo per «ovvie ragioni di pudore nei confronti del proprio elettorato».
Repubblica Futura conclude formulando «la triste ipotesi del mantenimento di un posto al sole in questo governo oppure di un accordo già chiuso per almeno uno strapuntino nel prossimo», evocando un clima politico in cui, secondo il comunicato, si continuerebbe «ad inaugurare aiuole spacciandole per parchi, o qualche stallo di parcheggio per opera strategica», a condizione che «sulle cose serie dove si muovono interessi, non si disturbi il manovratore».




