Nel corso della quarta udienza del processo in Corte d’Assise a carico di Louis Dassilva, unico imputato per l’omicidio di Pierina Paganelli, è stato ascoltato come primo testimone dell’accusa Giuliano Saponi, figlio della vittima. Le domande del pubblico ministero Daniele Paci si sono concentrate sui rapporti familiari e sulle dinamiche che avevano preceduto i fatti.

Alla richiesta di chiarire il legame tra Pierina Paganelli e Manuela Bianchi, moglie di Saponi, il testimone ha riferito che la madre considerava la nuora come una seconda figlia, ricordando come lui e Manuela fossero stati prima fidanzati giovanissimi e poi sposati.

Ripercorrendo il periodo successivo al grave incidente che lo aveva tenuto in coma, Saponi ha spiegato di avere avuto un blackout totale al risveglio e di avere percepito un cambiamento nei rapporti tra la moglie e la sua famiglia. Ha raccontato che Manuela esprimeva l’esigenza di distaccarsi e di cambiare casa, mentre lui si dichiarava ancora molto legato a lei. Ha detto di averle chiesto tempo per completare la riabilitazione e cercare di comprendere la situazione una volta tornato a casa.

Saponi ha spiegato di avere appreso della morte della madre tramite una chat condominiale e di avere realizzato la gravità della notizia quando la sorella era arrivata in clinica in lacrime.

Nel ricostruire i mesi precedenti all’incidente, il testimone ha riferito che già in aprile la moglie gli aveva parlato della presenza di un altro uomo nella sua vita. Ha aggiunto che la madre era venuta a conoscenza del tradimento tramite un investigatore privato. Ha infine precisato di essere stato lui stesso a informare per primo i Testimoni di Geova della situazione coniugale che si era creata.

La testimonianza di Giuliano Saponi è stata acquisita per delineare il contesto familiare e relazionale in cui si inseriscono gli eventi oggetto del processo, che proseguirà nelle prossime udienze con ulteriori approfondimenti.