Il Tribunale di Rimini ha assolto Orfeo Bindi, 70 anni, dall’accusa di truffa perché il fatto non sussiste, condannandolo invece a 10 mesi di reclusione e al pagamento di una multa per esercizio abusivo della professione di omeopata e per violazione dei sigilli dell’autorità.
Si conclude così, in primo grado, la vicenda giudiziaria nata da un servizio della trasmissione Striscia la Notizia, che aveva portato all’apertura di un’indagine nei confronti di Bindi, accusato di prescrivere preparati a base di erbe, da lui definiti “polverine”, presentati come rimedi per prevenire il Covid, curare diversi disturbi e ridurre patologie oncologiche.
Nel corso del processo, la pubblica accusa, rappresentata dal vice pubblico ministero onorario Simona Bagnaresi, aveva indicato come testimoni la maggior parte dei circa trenta clienti di Bindi. Nessuno di loro, tuttavia, ha riferito di essersi sentito truffato. Non sono state presentate denunce né vi sono state costituzioni di parte civile, sebbene i clienti fossero stati ascoltati in precedenza dagli inquirenti a sommarie informazioni.
L’inchiesta era stata condotta dalla Guardia di Finanza di Rimini e coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani. A gennaio del 2022, su disposizione del giudice per le indagini preliminari Benedetta Vitolo, era stata eseguita un’ordinanza di sospensione dall’esercizio dell’attività nei confronti di Bindi.
Il legale dell’imputato, l’avvocato Antonio Giacomini del Foro di Forlì, ha annunciato il ricorso in Appello contro la sentenza di primo grado.




