Marco Podeschi ritorna alla politica attiva, come coordinatore di Repubblica Futura. Insider lo ha incontrato.
Partirei da un bilancio di questo congresso. Soddisfazione, sorprese?
“Grande soddisfazione per la forte partecipazione degli aderenti a questa Assemblea congressuale, abbiamo toccato il record di presenze e l’entusiasmo è stato palpabile”.
Facciamo il punto sulla situazione politica a San Marino.
“A 10 mesi dalle elezioni politiche le difficoltà del governo e della maggioranza sono evidenti. La maggioranza è numericamente consistente e di fatto militarizza lo scenario politico. Si ripete lo schema della legislatura precedente accentuato dalle differenze evidenti che ci sono nel governo e all’interno degli stessi partiti che compongono la maggioranza. C’è già in maggioranza in consigliere indipendente, ci sono due forze politiche di maggioranza che si sono presentate insieme ma vivono da separati in casa. In più mi pare evidente la distonia fra governo e cittadini”.
“Caso” residenze fiscali non domiciliate” la vostra posizione e la Sua personale?
“Personalmente lo ritengo in progetto pericoloso per la nostra piccola comunità e inutile dal punto di vista dello sviluppo economico. San Marino non è Montecarlo, un luogo di ricchi pensato per i ricchi.
Abbiamo una tradizione differente e un tessuto economico, sociale totalmente diverso rispetto al progetto che il governo voleva portare avanti. In questo RF con i movimenti di opposizione ha mostrato le sue contrarietà e condotto una determinata battaglia in Consiglio Grande e Generale e mi pare che quanto avvenuto qualche giorno fa in Commissione Consiliare dimostri come anche in maggioranza e nel governo ci sia la percezione di come le residenze fiscali non domiciliari sono un progetto alieno rispetto alla nostra piccola realtà”.
La vostra mozione finale fa un esplicito riferimento alla costituzione della grande famiglia del buon governo. Quali obiettivi vi proponete?
“L’Assemblea congressuale ha confermato, anzi ha dato ulteriore impulso alla nostra forte volontà di dialogare con il Paese e con le forze politiche e sociali. Abbiamo ascoltato con attenzione gli indirizzi di saluto delle forze politiche, verso le quali nutriamo rispetto ma allo stesso modo pretendiamo rispetto e chiediamo come prerequisito del dialogo la fine di ricostruzioni distorte del passato.
RF non si sottrae a possibili confronti e nei prossimi mesi intensificheremo questa attitudine anche con iniziative specifiche e la costituzione della grande famiglia del buon governo è una di queste”.
Un punto sul quale intende caratterizzare la sua attività di coordinatore?
“Penso sia necessario per RF costruire un programma di formazione politica rivolto ai giovani e alle persone che intendono capire le dinamiche e i fenomeni intorno alla politica.
Il modello politico delle ultime due maggioranze alla guida del Paese è stato semplice, raggrupparsi, individuare un nemico rispetto al quale fare fronte comune, stare alla larga da programmi e contenuti. Raggiunto il governo poi inizia il zig-zag intorno ai problemi, condito da annunci roboanti tipo riforma IGR, è cinque anni che è una priorità oppure l’emergenza casa che il governo vorrebbe sistemare con un provvedimento last minute.
La Sua è una visione critica dell’esecutivo?
“Più che critica realistica. Le faccio un esempio. Mentre si assumono cantonieri e di lancia addirittura la campagna pubblicitaria sul cantoniere le strade cadono a pezzi, le rotatorie sono dei cantieri permanenti. Chi si muove in moto come il sottoscritto si rende conto che il tema strade, una volta fiore all’occhiello della Repubblica, è diventato un disastro e le strade non si migliorano con squadre di volenterosi cantonieri armati di badile e secchiate di asfalto per chiudere le buche”.
“Il suo sentimento personale, dopo anni di assenza dalla politica attiva un ritorno, perché?
“Nella vita succedono cose strane dopo il risultato elettorale del 2019 mi sono fermato a pensare, riflettere su me stesso e la politica rappresentava per me ancora un elemento della mia vita. Il COVID ha accentuato questa condizione rispetto però alla quale la comunità di persone e politica mi ha dato nuovi stimoli per mettermi a disposizione del movimento partendo dalle piccole cose che un attivista fa in un movimento politico. Mara Valentini, Roberto Giorgetti, Nicola Renzi, Mario Venturini mi hanno riacceso una scintilla e negli ultimi due anni abbiamo rafforzato il movimento e dato supporto al gruppo consiliare che nella scorsa legislatura come in questa ha condotto una determinata azione di opposizione segnando anche il ritorno nell’agone politico di persone di assoluto rilievo per la Repubblica come Antonella Mularoni”.