Un dibattito un po’ surreale ed un po’ grottesco si sta svolgendo da mesi, prevalentemente su questo giornale, circa l’adesione o meno all’Unione Europea.
Intanto è utile notare che fra gli affecionados della non adesione ci sono alcuni personaggi che con precedenti referendum da loro proposti (tetto degli stipendi e libera professione) hanno dato il colpo di grazia all’ISS. bravi bene bis? Speriamo di no, perché il proverbio dice: errare è umano, perseverare è diabolico o particolarmente stupido.
La domanda è molto semplice.
C’è qualcuno che pensa che un territorio di 60 chilometri quadrati, enclave del territorio italiano, senza risorse naturali, senza sbocco al mare possa sopravvivere chiuso in se stesso nel mondo di oggi?
I tempi del “noti a noi ed ignoti al mondo” sono finiti da almeno un secolo, ammesso che siano mai esistiti in quanto la povera economia agricola di allora era “integrata”- diciamo così – con vari generi di contrabbando e malaffare .
Allora l’unica domanda semplice che ognuno di noi si deve porre è: ci sono alternative, per dare prospettive di sviluppo al Paese, all’accordo di adesione con la U.E.? Cito e analizzo le tre più gettonate dai contrari all’adesione .
- Accordi separati modello Svizzera
Intanto la Svizzera è la Svizzera, non tanto in quanto grande potenza ma come caveau del mondo e non è un dettaglio da poco, inoltre gli accordi separati a cui si allude sono stati sottoscritti circa trenta anni fa in altre condizioni politico-economiche. Da allora non è più successo.
Immaginare che la Repubblica di San Marino, dopo otto, nove anni di trattative con la U.E., si ritira e poi chiede accordi separati è pura fantascienza e ciarpame per discussioni da bar che fanno si sorridere ma sono molto pericolose perché sollecitano la pancia dei cittadini con suggestioni paranoiche ma dai sicuri esiti negativi.
- Divenire un protettorato dell’Italia .
Intanto questa eventualità la rigetto come sanmarinese. La sovranità è l’unico vero bene di San Marino e perderla significa distruggere tutto il percorso storico, per qualche verso straordinario, della nostra comunità . Inoltre l’Italia, e lo ha fatto capire chiaramente, non ha nessun interesse a questa evoluzione ( involuzione per la verità) avvantaggiandosi piuttosto di una collaborazione leale all’interno della U.E.
- Divenire una specie di Tortuga del malaffare e dei traffici .
anche grazie no!!! Ma in ogni caso non ce lo permetterebbero e non c’è bisogno del blocco militare come nel 1957 ( lo ricordo agli smemorati) , è sufficiente che ci tolgano la luce e l’acqua e mettano la dogana ai confini.
Il ritorno al piccolo mondo antico della monofase e dintorni semplicemente non è possibile, che ci piaccia o no.
La UE è il paradiso sulla terra? Decisamente no. Deve cambiare, divenire più politica e meno burocratica. Questo sta avvenendo, unico effetto positivo per la verità, sulla spinta delle nefaste politiche trumpiane, questo sta avvenendo sulla spinta dei cambiamenti geopolitici in corso. L’alleanza siglata in questi giorni a Pechino, fra Cina India Federazione Russa e Corea del Nord, ha è avrà conseguenze dirette pesantissime sulle Democrazie liberali europee convincendole o costringendole a serrare i ranghi ed impegnarsi a fondo per riaffermare e difendere il nostro modello di vita.
Noi con l’adesione alla U.E. potremo, con i limiti ovvi della nostra dimensione, essere parte di questa partita vitale ed ormai inevitabile che in ogni caso ci coinvolge.
La domanda pertanto non è se aderire o meno alla UE ma piuttosto quando finalmente avverrà la firma degli accordi?
La visita il 1 ottobre p.v. del Commissario Europeo Maros Sefcovic, dovrà, si spera, fornire una data certa a questa domanda cruciale.
Dario Manzaroli