Nel momento in cui l’Aula trova un’ampia convergenza sull’accordo di associazione con l’Unione Europea, Motus Liberi sceglie di sfilarsi. Presenta un ordine del giorno alternativo, bocciato senza appello. Nessuna adesione da parte degli altri gruppi. Un isolamento politico netto, frutto di una scelta consapevole.
L’ordine del giorno condiviso da maggioranza e opposizione è stato approvato con 36 voti favorevoli e solo 3 contrari. Quello di Motus Liberi, respinto. Eppure, fino a poco tempo fa, D-ML si dichiarava favorevole al percorso europeo. Cos’è cambiato?
Non l’accordo, ma il calcolo politico. Un tentativo evidente di recuperare visibilità tra chi urla più forte, agitando slogan semplici per problemi complessi. Un pubblico ristretto, ma rumoroso, al quale qualcuno ha deciso di strizzare l’occhio. Anche a costo di contraddirsi.
Nel documento bocciato, Motus Liberi propone di “rafforzare” aspetti già previsti, di richiedere valutazioni già affrontate, di aprire processi già superati. Nulla di nuovo. Solo un modo per differenziarsi, non per costruire.
Nicola Renzi lo ha detto chiaramente: “Perché non lo avete fatto quando eravate al governo?” Matteo Zeppa ha parlato di “alibi e ambiguità”. E altri consiglieri hanno definito la proposta per quello che è: una manovra posticcia, più utile a posizionarsi che a contribuire.
Nessuna forza politica ha sottoscritto il testo di D-ML. Nessuno lo ha sostenuto. Nessuno lo ha difeso. In un’Aula che ha scelto – con sfumature diverse – di mandare un messaggio unitario all’Europa, Motus Liberi ha deciso di voltare le spalle. Lo ha fatto in nome di una trasparenza di facciata, mentre per anni ha avuto tutto il tempo e il potere per portare avanti quelle stesse richieste.
In un passaggio storico in cui San Marino si gioca credibilità, peso internazionale e sviluppo economico, la coerenza conta più dei like. E la politica dovrebbe ambire a guidare il Paese, non inseguire chi lo frena.