Una partita del campionato provinciale Under 19 si trasforma in un caso di violenza verbale ai limiti dell’incredibile. Non in uno stadio affollato, non in un derby professionistico, ma su un campo di provincia, durante una gara tra ragazzi che non hanno ancora compiuto diciotto anni.
L’episodio è avvenuto sabato scorso durante la sfida tra Corpolò e Victoria, categoria Juniores provinciali, e ha costretto l’arbitro a interrompere l’incontro nell’intervallo per evitare che la tensione degenerasse ulteriormente in scontri fisici. Lo certifica il giudice sportivo della delegazione Figc di Rimini, Maria Luisa Trippitelli, che nel proprio provvedimento parla di “incidenti tra le due frazioni di gioco” causati da “gravissime condotte di adulti presenti sugli spalti”, identificati come “genitori della squadra ospitante”.
Nel documento si fa riferimento a “pesanti minacce pronunciate dagli adulti nei confronti di ragazzi, peraltro identificati come minori d’età”. Il giudice definisce tali comportamenti “inaccettabili non solo nell’ambito calcistico ma anche del vivere civile” e ricorda come essi “contrastino gravemente con la funzione educativa e di riferimento che i genitori hanno e debbono avere nei confronti dei minori”.
Le sanzioni sono immediate: 200 euro di multa al Corpolò “per avere alcuni genitori dei tesserati impegnati in campo pesantemente minacciato, anche di morte, due calciatori avversari, entrambi minori d’età”, mentre al Victoria viene inflitta un’ammenda di 100 euro per “due tesserati che hanno risposto alle minacce e provocazioni”.
La gara non è stata annullata ma verrà rigiocata dalla seconda frazione, ripartendo dal risultato di Corpolò 0 – Victoria 1. Con una condizione straordinaria: si giocherà a porte chiuse, senza pubblico, né genitori né tifosi.




