C’è un’ombra che si allunga silenziosa sul presente. Non si vede, ma si sente. Non si tocca, ma si percepisce. È l’eco della vecchia politica, quella dei salotti chiusi e dei patti sottobanco, che ancora oggi sembra avere voce nelle decisioni che contano, nei meccanismi che muovono fili invisibili, ma molto reali.
C’è chi giura di essere cambiato, di aver preso le distanze. Eppure, più osserviamo le scelte che vengono fatte, le nomine, i silenzi assordanti, più sentiamo un retrogusto familiare. Come se certe mani, già note alle cronache giudiziarie, avessero solo indossato nuovi guanti.
Il conto Mazzini non è solo un processo. È stato uno spartiacque morale. Ha mostrato a tutti un pezzo di verità scomoda: che c’era un sistema, e che quel sistema aveva nomi, metodi, e soprattutto obiettivi privati. E oggi, nel guardare certe dinamiche, è impossibile non chiedersi: siamo davvero liberi da quel passato?
Molti dei danni subiti dalla nostra Repubblica sono figli di quelle scelte mancate, strategiche e vitali. Il memorandum con Banca d’Italia, rinviato e poi dimenticato. I grandi investimenti internazionali che hanno scelto altre piazze, altre città, mentre qui ci si fermava per paura che qualcuno… non ci guadagnasse. Le occasioni perse nel settore finanziario, dove la politica vera non è mai entrata, lasciando spazio agli interessi.
Chi c’era allora, oggi spesso si ripropone come paladino del rigore, come custode della buona politica. Ma dov’erano quando il caso Long Drink mostrava come la nostra terra fosse diventata terra di conquista per il riciclaggio mascherato da imprenditoria?
San Marino ha conosciuto, purtroppo, stagioni dove l’interesse pubblico è stato calpestato da interessi personali. Stagioni dove si è arrivati ad un passo dal baratro. Ed è lì, proprio lì, che certe figure ancora oggi si muovono, camuffate da consiglieri, da suggeritori, da garanti morali. Ma chi ha memoria, li riconosce.
San Marino non deve avere la memoria corta.
Deve ricordare ogni giorno chi ha cercato di piegarla per affari.
Deve ricordare chi era con la cricca, e oggi si ripropone come se nulla fosse.
Deve ricordare i silenzi, le omissioni, le strette di mano fuori scena.
E deve avere il coraggio, oggi più che mai, di guardare a chi è onesto. A chi non ha nulla da nascondere. A chi sceglie la strada più difficile: quella della trasparenza e del servizio.
Non dimenticate.
Non lasciate che la storia si ripeta sotto mentite spoglie.