Venerdì 11 aprile 2025 si è tenuta una seduta congiunta delle Commissioni Affari Esteri e Finanze, alla presenza della Banca Centrale della Repubblica di San Marino e dei Segretari di Stato per gli Affari Esteri e per le Finanze. I lavori si sono svolti in forma segreta, come previsto dai regolamenti in caso di materie sensibili e di rilievo strategico per il Paese.
Non è dato conoscere, per doverosa riservatezza, il contenuto dettagliato degli interventi, ma è lecito riflettere – e doveroso farlo – sul contesto e sulle implicazioni politiche di un simile confronto.
San Marino si trova oggi in una fase decisiva del negoziato per l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. In questo scenario, le ricadute sul settore bancario e finanziario sono oggetto di particolare attenzione. Ed è qui che il confronto tra la politica e la Banca Centrale si fa centrale: non solo per comprendere tecnicamente cosa ci attende, ma per scegliere cosa diventare come sistema Paese.
Durante le ultime sedute del Consiglio, il Segretario di Stato Luca Beccari ha fatto riferimento all’inserimento di un “clarifying addendum” nei testi negoziali. Un elemento che, se ben compreso, potrebbe segnare un punto di equilibrio tra le esigenze dell’integrazione europea e la tutela delle specificità sammarinesi. Ma – ed è qui che la politica deve entrare in gioco – non basta chiarire i testi tecnici. Bisogna chiarire anche le intenzioni politiche.
Cosa significa concretamente questo addendum? Che tipo di adattamenti normativi richiederà? In che modo influirà sul lavoro degli operatori del credito, sulle imprese e sulla cittadinanza?
La Banca Centrale, da parte sua, ha dimostrato in più occasioni di possedere una visione tecnica solida e coerente. Ma non può e non deve essere lasciata sola in questo processo. Serve un indirizzo politico, una cornice di senso, una visione che orienti le riforme e accompagni il Paese nei passaggi più delicati.
È ora che la politica, nel suo insieme, si assuma la responsabilità di parlare chiaramente: ai cittadini, alle imprese, al sistema finanziario. Che dica cosa vuole fare dell’Accordo di Associazione, e che traduca i “chiarimenti negoziali” in scelte concrete, leggibili, stabili.
Questa seduta – pur nella sua riservatezza – rappresenta un passaggio chiave, che non può rimanere confinato nei verbali e nelle stanze chiuse. Deve essere tradotto in trasparenza, responsabilità e coraggio.
San Marino ha davanti a sé la possibilità di rafforzare la propria posizione in Europa, di garantire maggiore sicurezza normativa e attrattività economica. Ma tutto questo ha un prezzo: la coerenza delle scelte e la capacità di comunicarle con serietà.
Oggi più che mai, serve una politica che sappia decidere, spiegare e guidare.
Con rispetto delle regole, ma senza paura di tracciare la rotta.