A San Marino c’è un fantasma che si aggira a cielo aperto. Un nome noto, un volto riconoscibile, una figura che avrebbe dovuto essere ristretta ai domiciliari, ma che viene segnalata quotidianamente in movimento sul territorio. È Giorgio Cellarosi, presunto killer dei cani, protagonista di una delle vicende più scioccanti per la comunità sammarinese, e oggi al centro di una situazione che grida allo scandalo.
L’allarme non arriva da voci anonime, ma direttamente dall’APAS, l’associazione per la protezione degli animali di San Marino, che comunica di ricevere ogni giorno segnalazioni relative alla presenza dell’uomo in diverse zone della Repubblica, nonostante su di lui pesi una misura cautelare di arresti domiciliari. E mentre le autorità giudiziarie sembrano restare immobili, cresce l’irritazione tra i cittadini e le associazioni.
L’APAS, di fronte all’impennata di messaggi e chiamate, ha dovuto lanciare un appello pubblico: “Non chiamate noi, ma segnalate direttamente alla Centrale Operativa Interforze al numero 0549.888888”. Un messaggio chiaro, ma che denuncia anche una falla sistemica: perché un soggetto ritenuto così pericoloso per gli animali e già coinvolto in una vicenda tanto grave continua a circolare liberamente, come se nulla fosse?
L’effetto sulla cittadinanza è devastante. Non solo per chi ama e protegge gli animali, ma per chi ancora crede che la legge debba essere uguale per tutti e che le misure cautelari siano qualcosa di serio, non una formalità. Invece, mentre le famiglie portano a spasso i loro cani con il timore di imbattersi in un volto fin troppo noto, l’uomo accusato di aver ucciso senza pietà delle creature indifese continua a muoversi indisturbato.
La domanda che rimbalza sui social e nelle conversazioni è una sola: dove sono i controlli? Chi dovrebbe vigilare sull’esecuzione degli arresti domiciliari e sul rispetto delle restrizioni? Chi tutela davvero la sicurezza pubblica e il benessere animale?
È il momento che le istituzioni diano una risposta chiara, prima che il caso degeneri ulteriormente. Perché la sensazione diffusa è che a San Marino, oggi, chi dovrebbe essere sorvegliato cammina tranquillo, mentre chi denuncia, protegge o semplicemente ama gli animali si sente lasciato solo.