La puntata di Report andata in onda su Rai 3 ha sollevato un tema che scotta: i legami tra think tank europei e le fondazioni americane di area trumpiana.
Nel mirino del programma è finito Francesco Giubilei, presidente della Fondazione Tatarella e fondatore del movimento culturale Nazione Futura, considerato uno dei volti emergenti della destra conservatrice italiana.
Secondo quanto ricostruito da Report, negli ultimi anni alcune organizzazioni statunitensi – come la Heritage Foundation e i network di “National Conservatism” – avrebbero finanziato o sostenuto economicamente attività in Europa con l’obiettivo di rafforzare una visione politica centrata sul potere esecutivo e su un ridimensionamento dei contrappesi istituzionali.
Giubilei, che ha partecipato più volte a conferenze di quell’ambiente, è stato contattato dai giornalisti della trasmissione, ma – stando al servizio – non avrebbe risposto alle domande sui flussi di denaro e sui rapporti diretti con queste fondazioni.
Dopo la messa in onda, Giubilei ha replicato sui social accusando Report di “aver mistificato la realtà” e sostenendo di aver già dato spiegazioni in una vecchia intervista. Ma la redazione del programma ha precisato che quell’intervista risaliva a oltre un anno fa e non trattava i temi economici e internazionali oggetto dell’inchiesta.
Il punto, più che politico, è di metodo. Quando si rappresentano fondazioni, movimenti o aree culturali che si muovono tra Europa e Stati Uniti, la trasparenza sui rapporti e sui finanziamenti dovrebbe essere la base, non un dettaglio negoziabile.
E se davvero non c’è nulla da nascondere, basta rispondere alle domande. Tutte.
Perché, come ricordano da più parti, chi predica sovranità e identità dovrebbe essere il primo a chiarire da dove arrivano i soldi.




